Un mondo migliore?
No, il migliore dei mondi possibili!

di Piergiorgio Da Rold

 

Sono ormai 37 anni che gli aderenti ad “Insieme si può” si sono posti l’ambizioso obiettivo di “COSTRUIRE UN MONDO MIGLIORE”. Grazie all’impegno e alla generosità di migliaia di persone sono state fatte molte cose, soprattutto PER e CON coloro che abbiamo chiamato “gli ultimi” e che Papa Francesco ha definito spesso “gli scarti” della società del benessere.

In questi mesi trascorsi in casa a causa del Coronavirus, ho avuto tempo e modo di riflettere su tante cose. Alla luce di quello che sta succedendo e in previsione di quanto, purtroppo, accadrà domani, quando saremo finalmente usciti quantomeno dall’emergenza sanitaria, credo di aver capito che non possiamo, non dobbiamo, accontentarci di “COSTRUIRE UN MONDO MIGLIORE”.

Chiediamoci infatti cosa intendiamo con “MIGLIORE”… E poi, “MIGLIORE” rispetto a cosa? Qual è il mondo che prendiamo a modello e quale l’unità di misura per calcolare il miglioramento?

Un “mondo migliore” per chi ha già tutto significa un aumento ulteriore del proprio reddito (chi è ricco pensa sempre di non esserlo a sufficienza), l’acquisto di un’auto più lussuosa, di una casa più grande, oppure una vacanza da sogno in un paese esotico.

Un “mondo migliore” per chi ha quanto basta per vivere dignitosamente significa comunque aspirare ad avere qualcosa di più.

Un “mondo migliore” per chi non ha niente significa avere almeno il necessario per (soprav)vivere.

Dal momento che non c’è un “mondo migliore” valido per tutti, d’ora in poi il nuovo, vero obiettivo (come singoli, famiglie, gruppi…) non sarà semplicemente di migliorarlo, ma di cambiarlo per realizzare il “MIGLIORE DEI MONDI POSSIBILI”.
In questo MONDO NUOVO tutti dovranno avere almeno quello che abbiamo noi e, visto che ciò è praticamente impossibile (non ci sarebbero risorse, cibo, acqua a sufficienza!), chi ha avuto la fortuna di nascere e vivere dalla parte ricca del mondo dovrà rinunciare a qualcosa (e sono tante le cose superflue o addirittura nocive di cui possiamo fare a meno) per spartirla con chi quelle cose non le ha mai neppure sognate.

Certo, (più di) qualcuno dirà che tutto questo è una pia illusione, una cosa irrealizzabile e forse sbagliata.
Certo, (più di) qualcuno dirà che non ci pensa per niente a rinunciare a una parte del proprio benessere.
Qualcun altro dirà: “Sarebbe bello, ma… I sogni non si realizzano mai!”.
Infine, mi auguro che qualcuno dirà:
– Io ci sto
– Io non voglio più far parte del primo mondo e di quella minoranza che ha tutto il necessario e anche di più
– Io non voglio più essere complice di chi, in nome di un insensato consumismo, sta criminalmente distruggendo la natura e sfruttando i più poveri
– Io voglio impegnarmi per cambiare questo mondo, condividendo quello che ho con chi non ha nulla
– Io voglio essere cittadino di un unico mondo, e voglio che sia il MIGLIORE DEI MONDI POSSIBILI.

Una cosa è certa.
Se NESSUNO ci proverà sarà impossibile.
Se QUALCUNO lo farà, allora tutto è possibile.

Non sarà facile e sicuramente non succederà domani, ma ora è veramente il momento decidere e di credere che: insieme si può!