Costruiamo insieme i cittadini del futuro

Francesca Curti, insegnante, volontaria in varie realtà del terzo settore, è una delle anime del Comitato Belluno Comunità che Educa, di cui fa parte anche ISP. Ci racconta della spinta per l’impegno verso gli altri avvertita fin da giovane, dell’importanza della scuola per formare ovunque i cittadini del futuro, della consapevolezza di gesti semplici come una firma per il 5 per mille a sostegno dei progetti di ISP legati all’istruzione, per costruire insieme un mondo migliore.

Presentati brevemente.
Sono Francesca, ho 49 anni, sono sposata con Marco e abbiamo tre figli, Mattia, Davide e Francesco. Sono nata e cresciuta a Belluno, insegno religione alle scuole superiori e mi piace partecipare alla vita della mia comunità.

Come ti definiresti in tre parole?
Morbida ma resistente.

Come definiresti ISP in tre parole?
Una realtà più grande di noi.

Come hai conosciuto ISP?
Conosco ISP da quando ero ragazzina, la mia famiglia era tra gli amici che sostenevano l’opera di Emilio Marchi in Argentina e ISP fin da subito ha offerto un supporto incredibile con l’invio di container di apparecchiature per l’allestimento dei laboratori che Emilio faceva nascere nelle favelas di Posadas.

Sei da sempre coinvolta nell’attività di varie realtà del terzo settore: cosa ha fatto scoccare in te la “scintilla” dell’impegno concreto?
È una dimensione che ho respirato in famiglia, ma che poi ho avuto la fortuna di poter scoprire e sviluppare “a modo mio” nelle esperienze vissute a San Marco d’Auronzo, nella Parrocchia di Borgo Piave, facendo volontariato in una casa-famiglia di Padova durante gli anni dell’università… Ricordo che a un certo punto della mia inquieta pre-adolescenza ho avuto l’intuizione che fare qualcosa per gli altri poteva regalarmi quella felicità e quella libertà che tanto desideravo: forse la mia “scintilla” è scattata in quel momento.

Qual è la “benzina” che nel tempo ha tenuto vivo e fatto proseguire questo tuo impegno?
La benzina sono le persone e ciò che si riesce a condividere con loro: le necessità, le sofferenze, le speranze, i cambiamenti, le opportunità, le piccole conquiste. La benzina è la collaborazione tra tanti all’interno della quale il nostro piccolo contributo assume valore, senso, direzione. La benzina per me sono anche le parole e le esperienze dei grandi maestri, a cui non mi stanco di attingere per trovare motivazioni e strade nuove.

Questo mese parliamo del supporto ai progetti legati all’istruzione nel mondo e qui. Da insegnante e da sostenitrice di questi progetti, come collochi il ruolo della scuola per la costruzione del futuro delle comunità, ovunque esse siano?
Una scuola che possa essere laboratorio di comunità e cittadinanza è uno dei sogni che condivido con ISP e con gli amici del Comitato Belluno Comunità che Educa. Se in tanti Paesi del mondo la sfida è ancora far arrivare tutti i ragazzi a scuola, da noi oggi la sfida è far restare tutti ragazzi a scuola, ma soprattutto riuscire a tradurre i documenti e i programmi in proposte didattiche ed educative veramente significative per i ragazzi, per la loro crescita personale e relazionale, per il loro “essere cittadini e cittadini sovrani”, come diceva don Lorenzo Milani Riuscir-ci non è scontato, non è facile, ma è fondamentale: i ra-gazzi hanno bisogno della scuola per poter abitare un mondo sempre più complesso, e il nostro mondo ha un disperato bisogno di ragazzi che lo sappiano prendere nelle loro mani.

Un modo per sostenere i progetti di “Insieme si può…” legati all’istruzione è firmare per destinare il 5 per mille della propria dichiarazione dei redditi a tale scopo. Secondo te, qual è l’importanza di essere consapevoli e di compiere un gesto apparentemente semplice come questo?
Penso che molte persone non possano immaginare gli aiuti concreti che le associazioni riescono a portare avanti grazie ai fondi del 5 per mille, per questo credo sia veramente importante raccontare cosa si fa. Destinare il 5 per mille a un’associazione che conosciamo e in cui crediamo è un gesto semplice, che richiede solo una piccola attenzione da parte nostra attraverso una firma, ma che può fare la differenza. Oggi facciamo forse un po’ fatica a credere che le nostre scelte possano fare la differenza: il 5 per mille – come gli altri progetti di ISP – ci permette di sperimentare concretamente questo, che in una comunità, in un gruppo non c’è contributo che, per quanto piccolo, sia insignificante.

Tu sei anche una delle anime del Comitato Belluno Comunità che Educa, di cui fa parte anche ISP: puoi raccontarci brevemente la storia e gli obiettivi di quest’iniziativa?
Il Comitato Belluno Comunità che Educa è nato 7 anni fa, in occasione dell’organizzazione di una serie di eventi per il 50° anniversario della morte di don Lorenzo Milani. Il priore di Barbiana, la sua esperienza educativa e il suo pensiero hanno saputo unire realtà diverse del nostro territorio attorno ad alcuni valori comuni: il rapporto inscindibile tra educazione, coscienza critica e cittadinanza; l’inclusione, anzi, il partire da chi è più fragile e ai margini; la partecipazione attiva dei ragazzi alla vita della scuola e della società; la condivisione del compito educativo all’interno di tutta la comunità. Da allora abbiamo continuato a camminare insieme offrendo delle occasioni di riflessione educativa per gli adulti e condividendo alcune proposte educative per i giovani che li vedessero protagonisti della loro crescita. ISP dà un contributo molto importante al Comitato, mettendo a disposizione la sua lunga esperienza nella formazione dei più giovani alla giustizia, alla solidarietà, alla mondialità.

Cosa ti auguri per il futuro di “Insieme si può…”?
Mi auguro che riesca sempre più a coinvolgere attivamente nei propri progetti i giovani, è infatti una realtà meravigliosa che può dare ai nostri ragazzi la possibilità di toccare con mano che “insieme si può… costruire un mondo migliore”, come è scritto nel logo di ISP.

Per concludere, cosa significa per te essere ISP?
Per la nostra famiglia vuol dire avere la possibilità di tenere una finestra della nostra casa aperta sul mondo. Una finestra di cui abbiamo bisogno per fare i conti con la realtà dentro, vicino e lontano da noi. Una finestra capace di nutrire il nostro sguardo di speranza.