Un archivio di storie da non archiviare

Gennaio, febbraio, marzo, aprile sono per molti il tempo dei bilanci – economici e non solo – relativi all’anno appena trascorso. Anche la nostra Associazione è impegnata su questo fronte: chi segue i progetti chiude le attività di ciascuno di essi, verificando beneficiari, obiettivi raggiunti e spese sostenute; l’amministrazione controlla le cifre e le raccorda nella contabilità, che verrà poi presentata agli organi associativi e ai Revisori dei Conti per l’approvazione…

In questo lavorio di tasti di computer e calcolatrici, di stampe e appunti presi qua e là, è tempo anche per me di fare un bilancio del principale progetto che seguo, ovvero “La povertà a casa nostra”, l’insieme di azioni a supporto delle famiglie in difficoltà socio-economica del territorio della Provincia di Belluno. Ogni nucleo ha la propria cartellina con la scheda anagrafica, altri documenti ad approfondimento della situazione (ad esempio la relazione dell’assistente sociale, il modello ISEE, i referti medici…) e le ricevute dei contributi che abbiamo erogato con allegati gli scontrini della spesa alimentare o dei farmaci acquistati, piuttosto che i bonifici fatti a saldo delle bollette della luce, del gas, dell’affitto. Le cartelline sono conservate in ordine alfabetico in raccoglitori come quelli che si vedono nella foto, in modo da essere pronte al bisogno per la consultazione e l’aggiornamento.

Nei primi mesi dell’anno – ormai da un po’ di anni – mi ritrovo a prendere tutti i raccoglitori dall’armadio e sfogliare ogni singola cartellina, partendo dal nome per ricordare la storia del nucleo: questa persona è passata l’altro giorno, questa è da qualche mese che non la sento, di questa mi ha scritto una mail l’assistente sociale per chiedere un intervento, e questa… Questa è una cartellina da archiviare, perché la situazione è diventata autonoma e non ha più bisogno di noi. Nell’estrarre la cartellina dal raccoglitore e riporla in un altro (etichettato come “chiusi”), che verrà archiviato nell’armadio, da un lato penso con gratitudine a tutti coloro che hanno reso possibile questo, sostenendo con le loro donazioni il progetto e permettendoci di supportare queste famiglie in difficoltà fino a far loro trovare una via d’uscita; dall’altro, rileggendo queste schede, sento che a essere archiviata nell’armadio in realtà sarà solo la cartellina, perché queste persone e le loro storie faranno sempre e comunque parte della memoria e del cuore di “Insieme si può…”.

Francesca Gaio – Responsabile progetti locali di “Insieme si può…”