“Neanche uno!” I doni del piccolo colibrì

di Piergiorgio Da Rold

 

I genitori di Brio, il piccolo colibrì, erano seriamente preoccupati. Il loro figliolo, infatti, non aveva nessun amico tra gli altri uccelli e spesso faceva ritorno al nido da solo e prima di tutti gli altri. A volte aveva le piume un po’ malridotte, segno evidente di qualche zuffa nella quale lui aveva avuto la peggio. D’altronde era il più piccolo di tutti e, anche se era molto più veloce degli altri, sul piano fisico la competizione con il forte aquilotto dal collo bianco, l’altissimo fenicottero rosa, ma anche con la piccola ape, dotata però di un doloroso pungiglione, non aveva storia.

Il fatto che lui fosse tenuto in grande considerazione dai grandi, e che lo stesso Re Leone avesse lodato il suo impegno nello spegnere l’incendio che tempo prima stava distruggendo l’intera foresta, non era tenuto in nessuna considerazione dai suoi coetanei che, anzi, spesso lo prendevano di mira con scherzi a volte anche pesanti. Sembrava quasi che fossero invidiosi di lui, non solo perché era uno degli uccelli più belli ma anche perché era buono ed era sempre pronto ad impegnarsi in qualche impresa che avesse come obiettivo il miglioramento della vita nella foresta.

Ogni anno veniva organizzata una grande festa tra i rami dell’albero più maestoso della foresta e tutti i piccoli uccellini erano invitati a partecipare, portando anche qualche regalo da condividere con gli altri.
Nei giorni precedenti la festa, Brio comunicò ai suoi genitori che era sua intenzione fare un regalo a tutti gli altri uccellini e, con grande impegno, iniziò a raccogliere profumati fiori pieni di nettare, gustose bacche colorate, vermicelli di varie dimensioni.

I genitori, se da un lato erano felici del suo impegno, dall’altro erano preoccupati perché intuivano che non sarebbe stato ricambiato. Pur temendo che la delusione sarebbe stata grande, il giorno della festa aiutarono comunque Brio a trasportare sul grande albero tutti i doni preparati.

Come previsto Brio ritornò dalla festa senza regali. Nessuno aveva pensato a lui, ma stranamente non sembrava triste e continuava a ripetere: “Neanche uno, neanche uno!”, volteggiando veloce nel cielo cantando a squarciagola.

I genitori non capivano, ma quando finalmente Brio arrivò al nido disse loro: “Neanche uno, non ne ho dimenticato neanche uno! Ho fatto un regalo a tutti, a tutti!” e la sua felicità era evidente anche dalle piume, che erano più colorate e brillanti del solito.

Dopo aver mostrato a tutti che insieme si può spegnendo l’incendio nella foresta, quel giorno Brio insegnò a loro (e a noi!) che c’è più gioia nel donare che nel ricevere (Atti degli Apostoli, 20, 35).