Obiettivi 14 e 15: vita sott’acqua e vita sulla terra

L’acqua piovana, l’acqua che beviamo, il meteo, il clima, le nostre coste, molto del nostro cibo e persino l’ossigeno presente nell’aria che respiriamo sono elementi forniti e regolati dal mare. Gli oceani del mondo occupano i tre quarti della superficie terrestre: la loro temperatura, la loro composizione chimica, le loro correnti e la loro vita influenzano i sistemi globali che rendono la Terra un luogo vivibile per il genere umano e quindi sono essenziali per il pianeta e il benessere delle persone. Nel corso della storia, gli oceani e i mari sono stati e continuano ad essere canali vitali per il commercio ed il trasporto. Il mare nel suo complesso dà lavoro a più di 200 milioni di persone.

Il cambiamento climatico minaccia soprattutto gli oceani, provocando disastri climatici di grande impatto e trasformazioni nella biosfera marina. L’Obiettivo 14 si prefigge di proteggere gli ecosistemi marini e costieri, riducendo la contaminazione marina e l’acidificazione degli oceani, porre fine a pratiche ittiche non sostenibili, promuovere la ricerca scientifica sulla tecnologia marina ed incentivare la crescita degli Stati insulari in via di sviluppo. La contaminazione e la distruzione degli habitat e delle risorse marini e le attività di pesca non sostenibili danneggiano gli ecosistemi e milioni di persone: questi regolano il clima, producono ossigeno e forniscono le risorse naturali e gli alimenti. Il 22 marzo si celebra la Giornata Mondiale dell’Acqua, istituita dall’ONU nel 1992 con l’obiettivo di sensibilizzare le istituzioni mondiali e l’opinione pubblica sull’importanza di ridurre lo spreco di acqua e di assumere comportamenti volti a contrastare il cambiamento climatico.

La deforestazione e la desertificazione – causate dalle attività dell’uomo e dal cambiamento climatico – pongono sfide considerevoli in termini di sviluppo sostenibile, e stanno condizionando le vite e i mezzi di sostentamento di milioni di persone che lottano contro la povertà. Approssimativamente 1,6 miliardi di persone, tra le quali 70 milioni di individui presso le popolazioni indigene, dipendono dalle foreste per il loro sostentamento, oltre all’80% di tutte le specie terrestri di animali, piante ed insetti delle quali le foreste costituiscono l’habitat.

Circa 2,6 miliardi di persone dipendono direttamente dall’agricoltura, ma il 52% del terreno utilizzato per l’agricoltura è moderatamente o gravemente affetto da deterioramento del suolo. A causa della siccità e della desertificazione, vengono persi 12 milioni di ettari ogni anno (23 ettari al minuto), terreni dove potenzialmente coltivare 20 milioni di tonnellate di cereali, perciò il 74% dei poveri nel mondo è direttamente colpito dal deterioramento dei suoli. Oltre l’80% dell’alimentazione umana deriva dalle piante e sono tre le colture cerealicole – riso, mais e grano –  che da sole forniscono il 60% dell’apporto calorico.

I traguardi di questo Obiettivo riguardano la salvaguardia della biodiversità, garantendo la conservazione, il ripristino e l’utilizzo sostenibile degli ecosistemi di acqua dolce terrestri e dell’entroterra, in modo particolare delle foreste, delle paludi, delle montagne e delle zone aride; la promozione di una gestione sostenibile di tutti i tipi di foreste, arrestando la deforestazione, ripristinando le foreste degradate e aumentando ovunque, in modo significativo, la riforestazione e il rimboschimento; la promozione di una distribuzione equa e giusta delle risorse e dei benefici derivanti dal loro utilizzo.

Federica De Carli