
Viaggio in Brasile: Salgueiro
LE DUE PICCOLE BRACCIA DI JOANNA D’ARC
Salgueiro, giugno 2023
Inês ci racconta la storia di Joanna d’Arc. Vorrebbe inserirla nel progetto di Sostegno a Distanza, non appena si rendesse disponibile un sostenitore. Dopo dieci minuti avevo già deciso che quel sostenitore sarei stato io.
Salgueiro, giugno 2025
Stiamo andando a Monte Alegre dove, insieme ad altri bambini, incontrerò Joanna d’Arc. Dire che sono emozionato è poco! Sento le gambe molli e rimango in silenzio. Una gioia mi sale da dentro: non so cosa succederà, non so nemmeno cosa le dirò. Ogni dubbio sparisce quando Inês, appena la vede, la chiama e le dice: “Questo è il tuo padrino!”. Non vi dico la gioia nell’abbracciarla! Sento le sue due piccole braccia stringermi il collo, e sul suo volto un sorriso che apre il cuore.
Non so se sia giusto che lei sappia che io sono il suo sostenitore. In quel momento non me lo chiedo nemmeno. In quel momento faccio solo fatica a trattenere le lacrime. Sono consapevole di essere un sostenitore fortunato, per aver conosciuto personalmente Joanna d’Arc, la “mia” bambina. Chissà se sarebbe stato lo stesso se avessi visto solo una scheda, con una storia e una foto… Non lo so. Ci penso. Penso ai tanti sostenitori di questo progetto che forse non avranno mai la gioia che ho provato io nell’abbracciarla e sentirmi abbracciato. Ma penso anche che chi ha scelto di diventare un sostenitore, in qualunque modo abbia deciso di aderire al progetto, ha già deciso di abbracciare e deve sentirsi abbracciato nello stesso modo in cui mi sono sentito abbracciare io.
L’abbraccio di un bambino sostenuto non conosce distanza. La sua felicità è già la nostra. Auguro davvero a tutti di provare questa emozione: sentire le due piccole braccia del proprio bambino sostenuto stringersi in un abbraccio senza fine. Il Sostegno a Distanza è esattamente questo!
Romeo Mappelli
LE SPINE DI SALGUEIRO
Salgueiro, entroterra a 500km da Recife.
Terra rossa, riarsa, dove crescono tanti cactus meravigliosi dalle spine dolenti.
Ed è questa la metafora, la parola impressa: spine.
La vita scorre precaria in una cittadina dalle poche opportunità e tanti rischi, e la strada la fa da padrona tra droga e prostituzione. Prostituzione di bambine troppo piccole per capire che il corpo vale più di una pizza o un pacchetto di sigarette. Donne che non possono più scegliere, ormai incatenate ad un passato che si ripete immutabile.
Ma ci sono persone che con caparbietà, fede e sensibilità fuori dal comune possono cambiare questa realtà, partendo proprio dalla voglia di vita, dall’energia dei bambini, per costruire una generazione differente, che sappia riscattarsi e trasformarsi. La sento questa energia nel ritmo dei ripatòn che ci accoglie, la vedo negli occhi che mi cercano e sembrano chiedermi “ce la farò?”, la percepisco viva e presente quando porto un pallone in un cortile dove si gioca Italia Brasile finché fa buio, oltre ogni barriera!
Le persone giuste noi le abbiamo conosciute: Inês, profonda conoscitrice di tante famiglie, tante realtà difficili, tante storie non sempre a lieto fine. Instancabile nella sua opera di aiuto, accompagnamento, incoraggiamento e se serve anche correzione fin su nelle colline intorno alla città dove si arriva per strade irte di sassi e i precari steccati di filo spinato interrompono cespugli e terra rossa tra dirupi disseminati di rifiuti. Pastore Ailton, una visione di sviluppo a lungo termine, di crescita sociale ed economica sostenibile, di riscatto e umanità. Instancabile predicatore ma anche creatore di una struttura che può davvero cambiare le vite di questi bambini. Mi hanno detto “questi bambini devono stare lontani dalle loro case e famiglie il più possibile”. Non credevo alle mie orecchie, non riuscivo a concepire una frase come questa. Eppure sì, a volte bisogna mettere le distanze, staccarsi dalla casa e prendere in mano la propria vita e trasformarla, con l’aiuto e la guida delle persone giuste.
Le spine pungono e fanno male. Ma si può guarire. Si può imparare a stare tra i cactus senza pungersi. E cambiare un futuro che sembra immutabile. Forza piccoli amici!
Patrizia Da Canal