Viaggio in Brasile: Dourados
MATO GROSSO DO SUL, TERRA DI “OCCUPAZIONE”
Non è cambiato molto dall’ultima volta che sono stata qui, se non la pioggia e i 3 gradi di freddo che ci accolgono. Immediatamente penso a chi ho già avuto modo di conoscere, che vive dentro una casa costruita con teli di nailon e poche assi di legna.
Il vento pungente non risparmia niente e nessuno: qualche giorno fa ha scoperchiato il tetto della casa e ora sferza con il suo gelo le ultime due piccole nate in quest’area di occupazione. Questa famiglia, tenace e orgogliosa, tenta di riprendersi la propria terra sottrattale dalle multinazionali o dai latifondisti bianchi, costruendo un’abitazione in mezzo ad un territorio destinato alla coltivazione intensiva. Si è insediata qui con grande coraggio, anche a rischio della vita. Rischia per primo di essere scacciata ancora una volta con la forza o uccisa se si ostina a non andarsene, ma rischia la vita anche per le condizioni precarie e disumane in cui è costretta a vivere.
Non c’è elettricità né acqua corrente e sul suo suolo riarso non c’è spazio per coltivare. Fin da quando i portoghesi colonizzarono il Brasile, le popolazioni indigene hanno dovuto lottare per riconquistare i loro diritti, in particolare quelli sulla loro terra, che è la base della loro cultura, della famiglia, della lingua, della preghiera.
Non è facile. Non è facile neanche per noi dire qualche parola più o meno incoraggiante, saprebbe di ipocrisia perché, io per prima, credo poco a un futuro in questo luogo, per questa famiglia. Chi li sostiene sono le Suore della Consolata, che rispondono ai loro bisogni più immediati, ma che li sostengono anche nella loro scelta, pronte a difenderli, pronte ad accoglierli, pronte ad offrire loro una prospettiva diversa.
Edy Battiston – Referente ISP progetti Brasile
SCUOLA È INTEGRAZIONE, SPERANZA, FUTURO!
Al nostro ultimo giorno di permanenza a Dourados siamo andati a trovare Rosana che, insieme a suor Melania, è referente del progetto di Sostegno a Distanza qui in loco. Rosana è la direttrice della scuola “Dom Aquino”, unica scuola inclusiva della regione, ed è qui che la incontriamo. La scuola accoglie circa 140 alunni: attrezzata, organizzata, efficiente, ma soprattutto inclusiva. Qui i bambini bianchi e gli indios studiano insieme, qui c’è integrazione vera, qui può nascere un futuro diverso, un futuro più equo.
Rosana, donna dinamica, ci conquista subito con la sua contagiosa, prorompente energia. Proprio per il giorno in cui possiamo esserci anche noi, ha organizzato una simpatica gimkana di giochi aperta agli alunni, ma anche a noi e ai nostri bambini, con un churrasco conclusivo per tutti sotto la tettoia finanziata da “Insieme si può…”.
Oltre al pasto a base di carne, uno dei pochi che i bambini indios ricevono, è stata distribuita una coperta ciascuno, che in questi giorni di freddo è davvero essenziale. Come le coperte, anche il materiale scolastico che riempie gli armadi della scuola, le attrezzature, la biblioteca e la ludoteca didattica, sono frutto del contributo che proviene dal Sostegno a Distanza. Anche noi, prima di partire, svuotiamo le valigie dai quaderni e penne portare dall’Italia riempiendo il tavolo, e il sorriso di gratitudine che riceviamo diventa un balsamo per il cuore e per la mente, dopo tanti pensieri tristi davanti alle difficoltà viste. Sì, la scuola è una grande opportunità, l’unica possibilità di riscatto e trasformazione… E il Sostegno a Distanza garantisce ai bambini di poterla frequentare!
Era difficile di notte non cedere allo sconforto: quando ci stringevamo nelle nostre coperte, nel comodo letto della nostra casetta in missione, il pensiero correva a chi dormiva in misere baracche o sotto dei teli, forse con un’unica coperta: proprio quella distribuita da Rosanna o dalle suore.
Un lume di speranza sono queste persone incredibili che ogni giorno mettono la vita al servizio degli ultimi e ciò è possibile anche grazie a chi con un piccolo grande gesto aiuta e sostiene questi progetti.
Patrizia Da Canal