Una mensa per un sorriso a Itaosy

Il Madagascar, già uno dei Paesi più poveri del mondo con il 70% della popolazione che vive sotto la soglia di povertà, dall’inizio della pandemia di Covid-19 ha visto peggiorare una situazione già estremamente fragile: la povertà è aumentata ulteriormente, il lavoro manca, e la gente vive nella totale insicurezza sociale. Ogni contributo per migliorare le condizioni di vita della popolazione, per quanto apparentemente piccolo, assume quindi un’importanza enorme per la dignità delle persone, diventa un gesto di vicinanza per dare loro una speranza nel futuro.

In quest’ottica nasce il progetto della mensa ad Itaosy, nel distretto di Antananarivo, capitale del Madagascar, promosso da “Insieme si può” in collaborazione con l’associazione Masina Maria na Fanantenana (Madonna della Speranza), fondata ufficialmente in Trentino Alto Adige nel 2018 ma che già da molti anni si occupa di iniziative solidali nell’isola africana grazie alla presidentessa Modestine Ranivoarimanana, di origini malgasce e stabilitasi da anni in Italia. In particolare, dal 2008 sostiene il progetto “Mani aperte per un sorriso”, supportando nelle necessità primarie i bambini e gli anziani più poveri di questa zona del Madagascar.

La situazione attuale, con la maggior parte delle famiglie in estrema povertà, ha richiesto e richiede uno sforzo in più, dato il peggioramento delle condizioni di vita di ampie fasce della popolazione. Per cui l’obiettivo è che il sogno, coltivato da tempo, di costruire una mensa solidale che garantisca un pasto dignitoso ed equilibrato a livello nutrizionale, e con esso una speranza nel futuro, per le categorie più fragili di Itaosy diventi presto realtà.

La mensa nasce per assicurare almeno un pasto in due turni da 40 persone ciascuno, dando precedenza alle categorie più fragili della popolazione: bambini delle famiglie più povere, anziani, ragazze madri e disabili. Accanto al cibo, poi, è previsto l’allestimento di una sala studio per supportare l’istruzione di bambini e ragazzi e contrastare la dispersione scolastica, e la costruzione di servizi igienici e docce per migliorare le condizioni igienico-sanitarie delle persone e prevenire la diffusione di malattie. Accanto ai servizi concreti, poi, lo scopo è anche quello di promuovere l’inclusione sociale e l’aggregazione positiva di queste persone, per ridare loro dignità e considerazione pur nell’enorme difficoltà del contesto.

Innanzitutto si procederà alla costruzione della cucina, che sarà provvista di stufe a legna a basso consumo energetico. Poi la sala mensa, con i relativi arredi, e per gli approvvigionamenti di cibo (riso, carne, verdure, legumi, frutta) ci si rivolgerà a contadini e negozianti vicini. Il personale che lavorerà sarà locale, e l’idea è quella di coinvolgere tutta la popolazione circostante nel sostegno al progetto, per farlo diventare una vera e propria iniziativa di comunità.