Terremoto in Siria: è nostro dovere non dimenticare

Era la notte tra il 5 e il 6 febbraio quando una fortissima scossa di terremoto di magnitudo 7.9 ha colpito le zone di confine tra Turchia e Siria. Un boato tremendo ha scosso la terra, risucchiando le vite e i sogni di decine di migliaia di persone.

Subito, sull’onda emotiva, la “macchina” dei soccorsi si è messa in moto. Aiuti per le necessità più impellenti sono arrivati, anche se bisogna dire che non sempre sono stati distribuiti secondo una logica di equità. In Siria, già martoriata da un decennio di guerra, gli aiuti non sono arrivati in maniera tempestiva, e neanche le popolazioni curde, da sempre discriminate, hanno potuto contare su aiuti immediati. “Un minuto di questo terremoto così violento è stato molto peggio di tutti gli anni di guerra che abbiamo vissuto”: su questo tutti i siriani concordano. Un evento che ha creato “un senso di insicurezza e disperazione”, ha detto padre Bahjat Elia Karakach, parroco francescano della comunità latina di Aleppo.

“Insieme si può..” si è attivata subito, inviando su richiesta di padre Bahjat e della volontaria Roula aiuti per i più bisognosi, in particolare per le 550 persone ospitate nelle due chiese a cui si aggiungono le quasi 2.000 nel seminario. Sono stati inviati finora 27.000 euro per i primissimi soccorsi e l’acquisto di beni di prima necessità.

La pietas, il cui significato più profondo è il prendersi cura dell’altro, mal si concilia però con la frenesia del giorno d’oggi. Già nei giorni successivi al tragico evento le informazioni sui terremotati e sulle condizioni in cui vivevano passavano pian piano in secondo e in terzo piano, fino a diventare sempre più rare, fagocitate dal bisogno di notizie sempre nuove, in grado di destare l’attenzione del pubblico, per la durata di un battito d’ali.

Ma, sempre usando le parole di padre Bahjat, “la paura e lo sconforto sono rimaste, insieme alle macerie, a fare compagnia alla popolazione terremotata”. Per questo, con l’aiuto di tutti, ISP vuole rimanere al fianco di chi soffre, continuando a inviare aiuti materiali, ma soprattutto impegnandosi a tenere viva l’attenzione su questa tragedia e a non dimenticare tutte queste persone.

Gianluigi De Vecchi – Volontario di “Insieme si può…”