Il futuro è…donna!

Kampala, capitale dell’Uganda, è fra le città dell’Africa che registrano i più alti tassi di crescita della popolazione urbana. Come tutte le maggiori città africane, Kampala è caratterizzata dalla presenza di slum (baraccopoli) che “colorano” il contesto urbano: veri e propri quartieri ad altissima densità, caratterizzati da estrema povertà e precarietà, costruzioni malsane e decadenti, baracche provvisorie e una pressoché totale mancanza di servizi pubblici (comprese acqua ed elettricità).

Uno slum particolarmente esteso e popoloso di Kampala è quello di Namwuongo, nella zona di Kisugu. La popolazione totale dell’area risulta difficile da calcolare con precisione – data la scarsa presenza di registri di nascita nelle cliniche locali, i numerosi parti domiciliari, il limitato numero di persone che possiedono un documento di riconoscimento – ma si stima che nello slum di Namwuongo vivano oltre 20.000 abitanti, la cui gran parte vive di lavori saltuari ed economie informali. Ne risulta una diffusa povertà e un profondo disagio sociale, particolarmente difficoltoso e problematico per le molte donne lasciate sole nella gestione dei numerosi figli. La percentuale di donne (sopra i 15 anni) che vivono sotto la soglia di povertà risulta infatti notevolmente maggiore rispetto a quella degli uomini. La mancanza di un titolo di studio e di una formazione pratico-professionale sono i principali fattori che rendono difficile la ricerca di un lavoro dignitoso per le donne degli slum ugandesi.

Anche grazie al preziosissimo contributo di Fondazione Museke, come “Insieme si può…” ci impegniamo con il progetto “Costruirsi un futuro” a garantire un presente di formazione e un futuro di lavoro e dignità ad oltre 25 donne dello slum di Namwuongo. Le 25 beneficiarie saranno formate inizialmente da una scuola di formazione locale, la Street Business School, sulla gestione di piccole attività generatrici di reddito. Questa scelta è data dal desiderio di formare donne che abbiano uno spirito imprenditoriale, che garantisca loro un’autosufficienza economica, aiutandole ad interiorizzare i concetti base di risparmio ed investimento anche di piccoli capitali – principi non scontati nella cultura ugandese, specialmente tra le persone più vulnerabili. In un secondo momento, le beneficiarie parteciperanno ad un corso di 3 mesi in cucito e sartoria, condotto dall’esperienza e sensibilità della Sartoria Congolese di Bertin. Al termine del corso, ciascuna donna riceverà una macchina da cucire, uno stock di tessuti e tutto il materiale necessario (aghi, forbici, fili, righelli, calcolatrici…) per avviare una piccola attività propria. Grazie a queste attività si cerca di facilitare nell’area di Namwuongo anche la diffusione di una maggiore consapevolezza del ruolo della donna come indipendente ed autosufficiente, facilitando l’empowerment anche di altre donne e ragazze di questo e di molti altri slum.

Francesca Costantini – Responsabile progetti internazionali di “Insieme si può…”