E che non siate solo meteore!

Il Gruppo Insieme si può di Cortina è nato circa 30 anni fa all’interno della Parrocchia e da allora non si è più fermato. Tra le varie iniziative per cui si impegna, dal 2016 spicca il progetto “La povertà a casa nostra”, a sostegno delle persone della zona di Cortina e dell’intero Cadore che sono in situazione di difficoltà. In collegamento online da Cortina Karin Ghedina, responsabile, e Patrizia Paccagnella, segretaria, si fanno portavoce e ci raccontano un po’ del Gruppo.

 

Iniziamo da una vostra presentazione…

Karin: Più che una nostra presentazione ci piacerebbe raccontare come ci siamo avvicinate a Insieme si può. Ci siamo trovate per caso ad un incontro del Gruppo, erano gli inizi degli anni Duemila: personalmente sentivo il bisogno di fare qualcosa per gli altri, e parlandone con Sergio, che sapevo essere coinvolto con l’associazione Insieme si può, sono stata invitata ad uno degli incontri periodici del Gruppo di Cortina. A quell’incontro era presente anche Patrizia, vedo un posto libero e mi siedo vicino a lei.

Patrizia: In realtà ero nuova anche io. In quella serata c’era Piergiorgio Da Rold che portava una testimonianza sul Brasile. Io e la mia famiglia avevamo un Sostegno a Distanza proprio di una bambina brasiliana, Elisangela, e per curiosità ero andata con mia figlia per sentire il racconto su questo Paese. Piergiorgio aveva letto una poesia dedicata a Suor Domenica Dal Borgo, missionaria bellunese in Uganda, da poco scomparsa (“Ero io!” – Il paradiso di Suor Domenica): i versi evocavano l’immagine di questa suora che con il suo motorino percorreva la strada verso il Paradiso, e ai lati della strada c’erano tutte le persone che lei aveva aiutato durante la sua vita che la ringraziavano per il bene ricevuto. Ho pensato: se io morissi, sui bordi della mia strada non ci sarebbe nessuno. Ho deciso così che dovevo fare qualcosa, impegnarmi per gli altri.

K. Mi ricordo poi che a questo incontro, dove eravamo appunto le “nuove”, Giordano, uno dei fondatori storici del Gruppo, si è girato verso di noi e ci ha detto: “E che non siate solo delle meteore!”… E siamo qua.

Dal racconto di questa esperienza ci sembra già di capire quale sia stata per voi la scintilla che ha fatto scoccare la voglia di impegnarsi.

K. Sì, per me è stato il bisogno che sentivo dentro di fare qualcosa per gli altri, e questo primo incontro mi ha fatto capire quale poteva essere il contesto dove realizzare questo mio desiderio.

P. L’incontro, la poesia di Suor Domenica: da qui è partito tutto.

E la benzina, che nel tempo ha alimentato quella scintilla?

K. La fragilità che vediamo, senza dover andare molto lontano: si cade in disgrazia con facilità e può capitare a tutti, quindi dobbiamo essere consapevoli della situazione e non smettere di alzare la mano e di dire “ci sono, voglio fare la mia parte per cambiare le cose”.

P. Le storie di ogni singola persona che siamo riusciti ad aiutare, in particolare qui attorno a noi. Non solo le difficoltà, ma anche le belle notizie, le situazioni che migliorano, le vite che cambiano e sai che anche tu hai contribuito a quel cambiamento. Resta poi sempre il fatto che qui siamo sempre e comunque più fortunati rispetto ad altre zone del mondo, siamo dei privilegiati perché, per quanto ci siano delle difficoltà, raramente ci mancano le cose di base: nel Sud del mondo questo non è per niente scontato, pensiamo solo all’acqua, quindi non possiamo fermare il nostro impegno per migliorare le cose.

Dalle vostre parole emerge il grande impegno del Gruppo nei confronti delle povertà vicine. Come è nato?

K. Dalla collaborazione con alcune signore attive in Parrocchia qui a Cortina, che ogni anno a Capodanno distribuiscono oggetti e lavoretti fatti a mano davanti alla chiesa, raccogliendo offerte libere che decidono di destinare a varie realtà locali per iniziative a scopo benefico, con il vincolo che restino sul territorio. Un anno, era il 2016, le hanno destinate al nostro Gruppo: abbiamo preso contatti con i servizi sociali per avere un riscontro istituzionale nell’individuazione dei beneficiari, e da lì si è aperto un mondo. Abbiamo scoperto che ci sono diverse situazioni di difficoltà nelle nostre zone, in una realtà come quella di Cortina che si associa ad idee opposte come l’attrattività turistica, il benessere, la ricchezza.
In che modo gestite gli interventi nell’ambito di questo progetto?

P. Siamo in continuo aggiornamento con i servizi sociali territoriali non solo di Cortina, ma anche dell’intera zona del Cadore e in parte anche del Comelico. Se non ci sono canali istituzionali attraverso cui intervenire per risolvere la situazione di bisogno, gli assistenti sociali ci contattano e chiedono di sostenere la situazione in maniera mirata. Non diamo direttamente soldi ai beneficiari, ma paghiamo le bollette, l’affitto, le spese mediche o scolastiche; la maggior parte delle richieste è per la spesa alimentare, per la quale diamo dei buoni acquisto. Il lavoro in rete con i servizi e con altre realtà del territorio è vincente, perché permette di unire le forze ed accompagnare in maniera concreta le persone verso l’autonomia, senza disperdere risorse.

     Qualche numero per il 2020?

P. Siamo ad oltre 20 beneficiari, equamente divisi tra nuclei familiari e persone sole. La maggior parte sono italiani, se vogliamo specificarlo. Alcuni lavorano ma percepiscono uno stipendio troppo basso per arrivare a fine mese, oppure sono anziani che con la sola pensione non riescono a far fronte a tutte le spese. O ancora famiglie con disabili a carico, persone separate o divorziate… Sono situazioni che non presentano mai solo una difficoltà, per questo l’intervento in rete con tutti i soggetti competenti è fondamentale. Nel 2020 abbiamo destinato già oltre 9.000 euro per il progetto, ma non ci fermiamo certo adesso.

A proposito di fermarsi… La pandemia ha influenzato le vostre attività?

K. Sicuramente, è inevitabile. Non abbiamo potuto realizzare alcune nostre iniziative tradizionali come i mercatini solidali, ma non ci siamo comunque fermati. Il nostro Gruppo innanzitutto raccoglie fondi dall’autotassazione, quindi noi per primi ci mettiamo in gioco. Poi a settembre c’è stata la bella esperienza di “Scoop!”, la festa di Confcooperative Belluno-Treviso, che si è tenuta proprio qui a Cortina e che ci ha visto partecipare con uno stand solidale di prodotti locali all’interno della Cooperativa. E proprio in questi giorni, dal 4 all’8 dicembre, si sta svolgendo il Cortina Fashion Weekend, iniziativa dell’associazione Cortina for us: quest’anno le sfilate e gli altri eventi correlati saranno tutti virtuali, ma non la solidarietà, perché quanto ricavato dalle iscrizioni online sarà devoluto proprio al nostro progetto sulle povertà vicine. Esempi di lavoro di rete, del territorio che si impegna per i bisogni del territorio.

Se vi chiedessi tre parole per descrivere il Gruppo?

K. e P. Potremmo proprio dire “pochi ma buoni”!

E tre parole per Insieme si può?

K. e P. Solidarietà, cuore, persone, affidabilità e fiducia. Anche se sono cinque, ma siamo un Gruppo quindi ne possiamo dire qualcuna in più…

Cosa vi augurate per il futuro dell’Associazione?

K. Che ci siano nuovi virgulti, sarebbe bello che nascesse un Gruppo giovani ISP a Cortina o in Cadore.

P. Ci sono giovani sensibili, questo è certo. Devono però poter manifestare la propria volontà a modo loro, invece molte volte si vuole che i ragazzi seguano quello che fanno gli adulti come lo fanno gli adulti.

Per concludere, cosa significa per voi essere ISP?

K. e P. Fare piccole cose per rendere il mondo un posto un po’ migliore, partendo da sé stessi. Nel camminare verso il futuro, guardare attorno a sé se qualcuno è restato indietro per qualche motivo, fermarsi e tendergli la mano per proseguire insieme. Non ci dovrebbero essere “ultimi”, “scartati” o “dimenticati” lungo questo cammino, per questo vogliamo impegnarci per camminare ognuno al fianco dell’altro, per andare avanti tutti insieme.