Africa, quo vadis?

C’era molta attesa per la serata con Padre Giulio Albanese, all’oratorio di Massino Visconti (NO). La sua visita è stata una promessa fatta al nostro parroco, Don Antonio Soddu, e alla Dr.ssa Mariella Enoc in occasione dell’inaugurazione dell’ospedale pediatrico a Bangui (Rep. Centrafricana) nel mese di marzo.

Padre Giulio, 60 anni, missionario comboniano, giornalista, scrittore, è sicuramente uno dei massimi esponenti del mondo africano. Nel 1997 ha fondato Misna, un’agenzia di stampa, che, in collaborazione con missionari cattolici e non, ha fornito fino alla sua chiusura (dicembre 2015) notizie del Sud del mondo in maniera alternativa e “coraggiosa”. Indubbiamente una mente intelligente e appassionata nella ricerca della verità, a qualunque costo, fino a diventare troppo spesso ingombrante e scomodo.

Simpatico, dirompente, appassiona anche i più refrattari perché trasmette empatia, la sua sicurezza è indice di una grande cultura e conoscenza sulla mondialità e sui meccanismi perversi che stanno portando alla distruzione il nostro pianeta.

Padre Giulio ha iniziato a spiegare, partendo da una cartina geografica, quanto siano fuorvianti le immagini delle dimensioni dei continenti visti dal cartografo Mercatore rispetto a quelle di Arno Peters. Ad esempio la Groenlandia, nella realtà 14 volte più piccola dell’Africa, nella rappresentazione di Mercatore risulta essere molto più grande dell’intero continente africano, quindi si parte già con una prima ingiustizia: credere che l’Europa sia molto più grande dell’Africa! E i grandi, si sa, decidono per tutti…

Parlando dei fenomeni migratori, li giudica ineluttabili: si calcola che nel 2050 l’Africa avrà oltre tre miliardi di abitanti e la maggioranza sarà in età lavorativa, dunque inevitabilmente si sposteranno se nei loro Paesi non si creeranno i presupposti per una vita dignitosa. Le emergenze migratorie gestite male hanno come conseguenza un enorme disordine incoercibile: la repressione feroce, i respingimenti, i meccanismi d’odio e le rivendicazioni non serviranno a fermare questi esodi.

“L’Africa non è povera, è impoverita, derubata”. Ogni anno gli Stati Uniti pubblicano il monitoraggio dei flussi finanziari da un continente all’altro: risulta che è più il denaro che l’Africa dà rispetto a quello che riceve.

Il debito internazionale dei vari Paesi africani sarebbe già stato saldato 4-5 volte, ma essendo finanziarizzato, ovvero legato alle fluttuazioni di borsa e alle speculazioni finanziarie, ogni anno aumenta. Su questo tema, Padre Giulio, insieme ad alcuni giuristi, ha aperto un’interpellanza in Parlamento. Ad ogni euro che viene inviato con sms per la fame, la sete, la salute, l’Africa ne restituisce 10 in termini di sottrazione di materie prime: petrolio, uranio, diamanti, legname pregiato, ecc.

“L’Africa non ha bisogno della nostra carità pelosa, ha bisogno di giustizia, invoca l’affermazione del diritto”. Serve veramente giustizia: un bambino congolese che scava a mani nude per estrarre il coltan, con il quale si realizzano i nostri inseparabili smartphone, riceve 80 centesimi al giorno!

Papa Francesco ci incoraggia a essere una Chiesa in uscita, dalla parte dei poveri, ma non a una mistica della miseria, bensì all’affermazione del Bene Comune che non permette di essere felici da soli e non è altro che l’applicazione della dottrina sociale.

Padre Giulio, infine, ci esorta a coltivare un atteggiamento attento, di denuncia, di partecipazione, di lettura dei fenomeni mondiali. Ritiene che l’informazione sia la prima forma di solidarietà, ci invita a non cedere alla rassegnazione, e a questo proposito cita una frase di Martin Luther King: “ Ciò che mi spaventa non è la violenza dei cattivi, è l’indifferenza dei buoni”.

 

di Franca De Poi, Gruppo ISP Vergante (NO)