Generare luce a Kiev

Mercoledì 21 dicembre, dopo 2.000 chilometri e due giorni di viaggio, con l’amico Giovanni Abriola di Udine, ho consegnato nelle mani di Padre Pavlo, missionario degli Oblati di Maria Immacolata, parroco a Kiev, 15 generatori elettrici da 3,5/4 KVA, coperte, vestiti pesanti, ma anche 2.700 euro per l’acquisto di viveri e medicinali in loco. 

Il viaggio umanitario, propiziato da Giovanni, che già si era recato precedentemente a Leopoli, si prefiggeva di rispondere alla drammatica mancanza di energia elettrica. La città di Kiev, ma in generale l’intero Paese, si ritrovano spesso al buio, al freddo, senza acqua, a causa dei furiosi bombardamenti russi sulle centrali elettriche. Missili continuano a cadere anche sulla capitale, dove ogni giorno il suono lugubre delle sirene avverte gli abitanti dell’imminente pericolo. Drammatica è la situazione più a oriente e a sud, dove infuria la guerra e dove manca tutto. La gran parte dei generatori, infatti, è stata trasportata e distribuita a Kherson, ma un paio hanno raggiunto anche il quartiere martire di Bucha, uno Leopoli, uno un asilo parrocchiale a Kiev.

Grande la riconoscenza della gente ucraina per questi doni, ma anche per il fatto che, mentre sono numerosi quelli che stanno ancora cercando di lasciare il Paese, degli stranieri avessero fatto tutti quei chilometri per portare loro un aiuto. Nel mio intervento in chiesa, prima dello scarico della merce, ho sottolineato come quei generatori fossero non solo uno strumento per generare luce, ma anche un segno di speranza e di pace contro il buio generato dalla guerra, dalla violenza, dall’odio.

La visita del quartiere di Irpin, semidistrutto dalle bombe, ci ha dato modo di constatare di persona cosa sia davvero la follia di una guerra combattuta contro civili inermi e impotenti. Impossibile ignorare quanto visto, udito, toccato con mano. L’impegno di “Insieme si può…” a favore del popolo ucraino continua, così come verso i numerosi altri popoli (in Siria, Afghanistan, Congo, Sud Sudan…) che vivono più o meno nelle stesse condizioni, vittime innocenti di questa violenza irrazionale.

Nonostante un avventuroso e difficile rientro non-stop di 36 ore, di cui 8 passate in dogana, grande è stata la soddisfazione per aver completato con successo questa missione umanitaria, effettuata anche a nome di tutti quei benefattori che vorranno contribuire al pagamento dei generatori elettrici, che hanno comportato un costo totale di 9.000 euro (600 euro ciascuno).

 

 

IL VIAGGIO A KIEV IN CIFRE

Durata: 4 giorni
Chilometri percorsi con il furgone: 4.000 (circa)

1° giorno: lunedì 19 dicembre
Udine – Frontiera di Przemysl (Polonia): 1.300 km, 16 ore di viaggio
Coda in frontiera: 1 ora
Giovanni: 700 km, 8 ore
Piergiorgio: 600 km, 8 ore

2° giorno: martedì 20 dicembre
Frontiera di Przemysl (Polonia) – Kiev (Ucraina): 700 km, 9 ore di viaggio, 1 ora in dogana
Giovanni: 400 km, 5 ore
Piergiorgio: 300 km, 4 ore

3° giorno: mercoledì 21 dicembre
Visita di Irpin e Kiev, consegna generatori e altri aiuti umanitari

4° giorno: giovedì 22 dicembre
Kiev (Ucraina) – Frontiera di Chop (Ungheria): 950 km, 12 ore di viaggio
Giovanni: 600 km, 7 ore
Piergiorgio: 350 km, 5 ore
Coda in frontiera: 8 ore

5° giorno: venerdì 23 dicembre
Chop (Ungheria) – Udine: 1.000 km, 13 ore di viaggio
Piergiorgio: 700 km, 9 ore
Giovanni: 350 km, 4 ore
Piergiorgio: altri 150 km e 2 ore di strada da Udine a Belluno