Sostenibilità, etica e… sorrisi schiusi

Intervista a Diego Belli, membro del Coordinamento e del Gruppo di San Vito di Cadore

Presentati brevemente.
Ho 54 anni, vivo a San Vito di Cadore con mia moglie e due figlie. Faccio il consulente finanziario e sono anche consigliere comunale.

Come ti definiresti in 3 parole?
Leale, caparbio, dinamico.

Come definiresti ISP in 3 parole?
Un dono di Dio, un’opportunità per tutti noi, una realtà infinitamente grande

Come sei entrato in contatto con ISP? Cos’ha fatto scoccare la “scintilla”?
La spinta di un mio zio prete e le testimonianze di Piergiorgio Da Rold. Mio zio era parroco di Visome e referente della Caritas diocesana ad inizio anni Ottanta, ed aveva seguito i progetti di don Vittorione sulla costruzione di pozzi in Etiopia, a cui aveva partecipato anche Piergiorgio. Mio zio mi fece conoscere queste iniziative e di conseguenza anche Piergiorgio, che ebbi modo di ascoltare nelle sue testimonianze di viaggio e seguire poi nel percorso di nascita di Insieme si può.

Qual è stata la “benzina” che nel tempo ha alimentato il tuo coinvolgimento?
La concretezza del fare, la percezione di poter quasi toccare con mano i progetti che ISP realizza, per quanto siano lontani. Per ogni azione, anche se piccola, si vede il vero raggiungimento del risultato sul campo – al netto delle difficoltà di ciascun contesto, ovviamente inevitabili – quindi “ci metto la faccia” molto volentieri per promuovere le iniziative dell’Associazione. Altra benzina sono i molti sorrisi schiusi, per me il fine ultimo: vedere le persone o le comunità sostenute che stanno andando avanti nel loro percorso di vita anche grazie a noi.

Qual è il tuo impegno attuale con l’Associazione?
Sono membro del Coordinamento e del Gruppo di San Vito di Cadore. Come Gruppo abbiamo sempre cercato di realizzare iniziative di coinvolgimento e aggregazione, come le cene etniche, le mostre per poter far conoscere ISP anche ai molti turisti che in stagione frequentano le nostre montagne, gli incontri di formazione per “scuotere” un po’ le coscienze, sperando di poter riprendere tutto in presenza dopo questo periodo di pandemia. Nel corso degli anni ho potuto vedere come Insieme si può sia diventata – nella nostra zona del Cadore perché vedo questa in prima persona, ma non solo ovviamente – un punto di riferimento consolidato per la comunità e una risposta alle esigenze del territorio.

All’incontro annuale dell’Associazione, con il tuo amico e collega Andrea Carnio, avete parlato di finanza etica… Sfida, prospettiva, urgenza o altro ancora?
Andrea è amico, collega, volontario e aderente a ISP. Finanza etica e investimenti sostenibili sono allo stesso modo un’urgenza, una prospettiva, una sfida e un’opportunità. Urgenza per imprimere maggior forza ai cambiamenti necessari per migliorare la vita di tutti. Una prospettiva per orientare lo sviluppo e il progresso su percorsi accettabili. Una sfida per le difficoltà e le criticità connesse a questa ulteriore leva. Un’opportunità in più per il singolo che vuole fare la sua parte per dare un segnale di cambiamento.

Cosa significa, per te, “investimento sostenibile”?
Un investimento sostenibile/etico si ha quando è diretto a finanziare attività che assumono nel loro agire una forte responsabilità ambientale e/o sociale e/o personale. Pertanto rivolgono grande attenzione alle persone e altrettanta attenzione all’ambiente, al contesto dove le persone vivono.

Quale la strada da percorrere come individui e come Associazione verso quest’obiettivo?
Il ruolo di ognuno è quello di informarsi e di capire che oggi c’è un’ulteriore possibilità per orientare il proprio risparmio verso strumenti che tentano sempre più di incidere positivamente… Il ruolo di ISP è quello di sensibilizzare, ma anche di comunicare ai vari portatori di interesse – come ad esempio le aziende – che essere sostenibili ed etici è un’esigenza richiesta da tutti. ISP può presentarsi come lo strumento per tradurre concretamente le intenzioni di chi vuole perseguire questi obiettivi e contribuire a questo percorso, a maggior ragione ora che redige il bilancio sociale e quindi dà evidenza anche “ufficialmente” alle dimensioni di eticità e sostenibilità delle sue azioni.

Cosa sogni per il futuro di ISP?
Sogno “solamente” che non si smetta mai di sognare.

Cosa significa, secondo te, essere ISP?
Essere ISP è decidere di camminare assieme, e soprattutto al passo, con l’ultimo.