4 decenni per 1 futuro

Miriam e Francesca, Davide, Anna, Jeena rappresentano i 4 decenni dell’Associazione, le 4 decadi che “Insieme si può…” ha festeggiato nel 2023. 4 decenni che sono sì passati, ma anche che guardano avanti attraverso gli occhi e il cuore di persone come loro, che portano con la giovane età anche le speranze e le prospettive per il futuro non solo di ISP, ma in generale dell’impegno a fare la propria parte, ognuno a modo suo, per la costruzione di un mondo migliore.

Presentati brevemente.
Miriam e Francesca: Siamo due sorelle, Miriam di 9 anni e Francesca di 13 anni. Abitiamo a Ponte nelle Alpi e siamo fiere Ambasciatrici dell’Acqua dal 2019.
Davide: Sono Davide, ho 11 anni, vengo da Limana e faccio la prima media. Da un anno e mezzo faccio parte del Gruppo Colibrì di Limana.
Anna: Mi chiamo Anna e ho 26 anni. Sto per laurearmi in Italianistica a Bologna e mi piacerebbe molto insegnare ai ragazzi.
Jeena: Sono Jeena, ho 33 anni e vengo dall’Afghanistan. Sono una dentista e ISP ha avuto un ruolo fondamentale per lo svolgimento della mia professione.

Come ti definiresti in tre parole?
M. Sono una persona impavida, simpatica e anche un po’ impaziente.
F. Io sono una persona un po’ pigra, molto empatica e sensibile.
D. Intelligente, studioso, giocoso.
A. Socievole, buffa e solare.
J. Disinvolta, coraggiosa, timida.

Come definiresti ISP in tre parole?
M. Un posto dove ci sono persone dal cuore grande.
F. Un’associazione che ti permette di aiutare le persone bisognose.
D. Generosità, accoglienza, divertimento.
A. Comunità, accoglienza e gentilezza.
J. In grado di cambiare vite, incrollabile, pertinente, come nel plasmare i propri progetti a seconda dei tempi e delle situazioni.

Come hai conosciuto ISP?
M. e F. Mamma e papà ce ne avevano parlato quando eravamo piccole. Poi lo abbiamo conosciuto dopo aver giocato in uno stand in piazza a Belluno e ci siamo divertite.
D. Facevo parte del Coro Arcobaleno e spesso facevamo iniziative in collaborazione con “Insieme si può…”. Poi anche la nostra maestra delle elementari ci coinvolgeva in attività di solidarietà sempre a sostegno dei progetti dell’Associazione. Poi alcuni genitori hanno deciso di formare un Gruppo Colibrì e con il passaparola siamo stati coinvolti e abbiamo iniziato le nostre attività.
A. ISP è una realtà che ho sempre conosciuto. Ho sempre ammirato la capacità di persone comuni di donare il proprio tempo per il prossimo, anche un prossimo lontano che non avrà mai modo di incontrare. La bellezza di questa Associazione sta nella capacità del singolo di dare valore al concetto di comunità.
J. Ricordo di aver incontrato Carla (Dazzi, referente per i progetti ISP in Afghanistan, ndr) la prima volta da bambina in un orfanotrofio: non parlava inglese ma ci dava grandi baci e abbracci. Da allora, lei e le sue amiche hanno aiutato me e mia sorella a proseguire gli studi superiori.

Cosa ha fatto scoccare la “scintilla” dell’impegno concreto e qual è la “benzina” che nel tempo ha tenuto vivo e fatto proseguire quest’impegno?
M. Ho capito che anche io posso aiutare chi ha tanto bisogno. Mi ha colpito molto vedere il video del pozzo che è stato costruito anche con i soldini raccolti nei mercatini che abbiamo fatto e mi ha dato tanta carica!
F. La “scintilla” è scattata quando ho pensato seriamente a tutti i bambini che non hanno potuto avere ciò che io ho e che do per scontato. Ogni volta che ci penso, aggiungo qualche monetina al mio pozzo-salvadanaio da donare in beneficenza a ISP.
D. La “scintilla” è stata che sapevo che stavo aiutando altri bambini come me nel mondo ad avere una vita migliore, la “benzina” è che mi diverto a stare con i miei amici, ma so che il tempo che sto dedicando è anche ben investito perché faccio del bene per gli altri.
A. Come dicevo prima, l’idea di far parte di un gruppo che partecipa silenziosamente alla storia, un gruppo che sa aiutare l’altro senza aspettarsi nulla in cambio. Mi piace l’idea di stare dalla parte di chi accoglie e non di chi esclude.
J. La “scintilla” c’è stata quando ero molto giovane: poiché entrambi i miei genitori sono attivisti, sono cresciuta ammirando la loro tenacia e il loro coraggio nei momenti più difficili e bui del nostro Paese. Ci sono molte cose che mi fanno andare avanti, ma penso che le più importanti siano il silenzio e l’indifferenza del mondo verso questo tipo di fondamentalismo, barbarie e ingiustizia senza precedenti a cui stiamo assistendo oggi in Afghanistan.

La parola di questo mese è “futuro”, che abbiamo scelto per guardare avanti dopo aver festeggiato nel 2023 i 40 anni dell’Associazione. Di che significati riempi questa parola?
M. Per me futuro è saper guardare lontano e poi guardare ancora più lontano.
F. Futuro è sensibilità.
D. Vorrei pace e armonia.
A. Se il passato è il cassetto dei ricordi e della storia e il presente il tempo dell’azione, il futuro è il cassetto in cui ripongo la speranza. Il futuro motiva il presente e ci dà modo di trovare il nostro posto nel mondo.
J. Un futuro in cui potrò tornare nel mio Paese e dalla mia famiglia in un Afghanistan libero, liberale e indipendente.

Cosa c’è nel tuo futuro con ISP?
M. Aiutare ancora altre persone meno fortunate di me e continuare a essere Ambasciatrice dell’Acqua.
F. Continuare a donare i miei risparmi per aiutare le persone bisognose. Portare l’acqua nei posti dove manca è per me un progetto grande e importante.
D. Con gli altri Colibrì ci stiamo impegnando a sostenere il progetto del “Ripaxote” per i ragazzi di San Paolo, in Brasile, che attraverso la musica e la formazione cerca di trasformare il futuro dei giovani che vengono accolti in questa struttura: abbiamo fatto dei lavoretti che abbiamo distribuito in cambio di offerte libere, poi la pesca di beneficenza e anche a Natale ci siamo impegnati a creare degli oggetti da distribuire per finanziare il progetto.
A. Già l’anno scorso mi occupavo con ISP di un progetto teatrale, ovvero del laboratorio drammaturgico di comunità. Quando usiamo la parola drammaturgico lo facciamo per spiegare come il teatro possa diventare uno spazio libero di condivisione e creazione collettiva. Pochi giorni fa è iniziato anche il laboratorio drammaturgico permanente di comunità, un nome lunghissimo che spiegherei brevemente: l’anno scorso ho incontrato delle persone meravigliose con cui abbiamo ideato uno spettacolo dedicato alle donne afghane di RAWA; dopo quest’esperienza, è nata l’idea di mantenere il gruppo e di aprire le porte a persone nuove. Il motore del laboratorio è quello di dare spazio alla creatività del singolo all’interno di una comunità che sappia ascoltare: allenare sé stessi a stare dentro la diversità e ad accoglierla, senza cancellare la propria.
J. Spero di poter dare un contributo significativo ai progetti di ISP in Afghanistan.

Cosa ti auguri per il futuro di “Insieme si può…”?
M. e F. Vorremmo che ci fossero sempre più persone che vogliono aiutare chi è meno fortunato di noi e che ISP continui a farci conoscere progetti per capire meglio come poter essere utili.
D. Mi auguro che riesca a fare felici molte altre persone nel mondo e che sempre più bambini e adulti vogliano impegnarsi con i Colibrì e con i Gruppi ISP.
A. Mi auguro che ISP riesca a continuare ancora per molti anni l’attività e che riesca a dimostrare come intenzioni e azioni semplici e popolari possono contribuire al benessere della collettività.
J. Credo che la chiave definitiva del successo dei progetti sia avere uno stretto legame con le popolazioni locali del Paese in cui si opera, quindi spero che ISP continui a costruirlo e a trovare persone oneste e affidabili su cui poter contare per realizzare i progetti.

Per concludere, cosa significa per te essere ISP?
M.
Essere una persona gentile, generosa e… Ambasciatrice dell’acqua!
F. Avere la mente aperta e pensare a chi è meno fortunato di me.
D. Noi siamo un gruppo di amici che si divertono insieme e contemporaneamente fanno del bene aiutando gli altri: per me è questo.
A. Penso di averlo già detto con tutte le risposte precedenti.
J. Cambiare vite, penso anche solo alla mia: il mio futuro sarebbe stato molto diverso se mi avessero aiutato a studiare, non avrei mai potuto frequentare l’università, realizzare i miei sogni e diventare completamente indipendente.