Un grande successo la 35ª edizione della Festa del Pesce

Dal 23 al 25 agosto nell’area del campo sportivo di Cusighe è andata in scena la 35ª edizione della Festa del Pesce, tradizionale appuntamento di fine estate organizzato dai Gruppi “Insieme si può…” della parrocchia di Cusighe.

Un grande successo di pubblico, complice anche il meteo favorevole e l’infaticabile opera di più di 200 volontari di tutte le età, per quest’iniziativa che mescola per tre giorni enogastronomia, sport, musica, divertimento e solidarietà. Il variegato menù a base di pesce, preparato, cucinato e servito in tavola da cuochi e camerieri, è stato infatti affiancato nelle giornate di sabato e domenica dal torneo di calcio saponato.

Sono state 20 le squadre che si sono date battaglia sul campo coperto di schiuma allestito in mezzo al classico campo sportivo in erba di Cusighe, e da regolamento in ognuna di esse doveva essere presente almeno una donna. Alla fine a spuntarla è stata la squadra dello Yogurt Lab, che in finale ha battuto 6-1 i B&B Foulards, mentre al terzo posto si è classificata l’Autolavaggio Lory, che ha battuto 4-1 la Cooperativa Saviane nella finalina di consolazione. Miglior giocatore è stato eletto Gianluca Borgato, miglior giocatrice Alice De Barba e miglior portiere Sebastiano De Biasi.

Da anni la Festa del Pesce è anche grande occasione di solidarietà per tutti coloro che vi partecipano in qualsiasi modo: infatti con il ricavato vengono sostenuti uno o più progetti realizzati dall’Associazione “Insieme si può…” in diverse parti del mondo. Quest’anno le risorse andranno a finanziare la costruzione di un dormitorio femminile per le studentesse del campo profughi di Palabek, in nord Uganda, poco distante dal confine con il Sud Sudan.

Nel campo di Palabek vivono centinaia di migliaia di rifugiati provenienti dal Sud Sudan, l’86% sono giovani donne e bambini. I Salesiani, che qui prestano la loro opera, hanno realizzato in pochi anni tre scuole per permettere ai giovani profughi di ricevere almeno un’istruzione di base o una formazione che gli permetta di lavorare.

La scuola professionale, da poco avviata, è una risposta concreta alla progettazione pensata sullo sviluppo e non sulla mera fase di emergenza. Subito sono emerse le necessità della fruibilità della scuola e della garanzia di sicurezza soprattutto per le ragazze e le giovani madri che la frequentano.

Infatti la distanza della struttura scolastica dalle casette e dalle tende del campo profughi, dove molte di loro risiedono, varia dai 2 ai 6 km. Da qui nasce l’idea di collaborare con i Salesiani per la costruzione di un dormitorio, fornito di 80 letti, destinato proprio alle studentesse, perché possano rimanere all’interno della scuola durante tutta la settimana scolastica, evitando i rischi del lungo tragitto e dedicandosi con tranquillità allo studio e alla costruzione del proprio futuro.