L’impegno verso la parità di genere

In Italia, nel corso degli anni, sicuramente ci sono stati dei progressi nel raggiungimento della parità di genere: l’accesso delle bambine e ragazze all’istruzione è migliorato, il tasso di matrimoni precoci è diminuito, siamo progrediti nel campo della salute sessuale e riproduttiva.

Nonostante i progressi, però, siamo ancora molto lontani da un effettiva parità tra i sessi, che rimane una sfida permanente per i Paesi in tutto il mondo e un serio ostacolo allo sviluppo sostenibile. Le diseguaglianze di genere sono ancora profondamente radicate in ogni società. Come è stato riconosciuto dalla Dichiarazione sull’eliminazione della violenza contro le donne, adottata a New York dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1993, si tratta di “una disparità storica dei rapporti di forza tra uomo e donna, che ha portato al dominio degli uomini sulle donne e alla discriminazione contro di loro, e ha impedito un vero progresso nella condizione delle donne”. Le donne non hanno pari diritti di accesso ad un lavoro dignitoso, affrontano la segregazione occupazionale e i divari salariali. Spesso viene loro negato l’accesso all’istruzione di base e all’assistenza sanitaria, sono vittime di violenza e discriminazione e sono sotto-rappresentate nei processi decisionali, politici ed economici.  Come ha detto Wangari Maathai, prima donna africana a ricevere il Premio Nobel per la Pace “più in alto vai, meno donne ci sono…”.

La strada verso la parità è ancora lunga, ma ognuno/a di noi può fare la propria parte, per citare Chimamanda Ngozi Adichie We should all be feminists” (dovremmo essere tutti femministi). Dovremmo tutti e tutte impegnarci nel quotidiano a promuovere un cambiamento sociale, affinché tutte e tutti abbiamo pari accesso al godimento dei diritti e di pari opportunità e si generi un cambiamento culturale che permetta di andare oltre a ruoli di genere stereotipati della nostra società.

“Insieme si può…” da anni si impegna in questo senso, e lo fa in diverse parti del mondo. Come ad esempio in Afghanistan, un Paese dove il 70-80% delle donne e bambine sono costrette a matrimoni forzati. Da oltre 15 anni sta operando al fianco di organizzazioni locali impegnate nell’aiuto concreto a campi profughi, scuole e percorsi di educazione professionale, programmi di protezione e autodeterminazione delle donne, progetti sanitari, case di accoglienza per orfani. Coopera da sempre con RAWA, una delle organizzazioni indipendenti di donne afghane più attive ed affermate in campo sociale sia in Afghanistan che in Pakistan, che opera quotidianamente, con grande coraggio e a rischio della loro stessa vita, per la libertà e i diritti, la democrazia, la laicità e la giustizia sociale.

In Afghanistan come in Rwanda, con il progetto “Semi di speranza” in collaborazione con l’associazione Jardin de los Niños, che si impegna a migliorare l’autosufficienza alimentare e le condizioni nutrizionali di circa 60 nuclei familiari per lo più donne vedove. O in Argentina, sempre in collaborazione con Jardin de los Niños,  con il progetto “Una famiglia per una mamma” che si impegna a sostenere le giovani mamme vittime di violenza… E in molti altri Paesi del mondo, per fare la propria parte verso una società più inclusiva ed equa.

Yuliya Gladka – volontaria del Servizio Civile Nazionale a Insieme si può e operatrice dell’Associazione Belluno Donna