Siamo tutti sulla stessa barca

di Piergiorgio Da Rold

La barca è stato uno dei primi mezzi di trasporto utilizzato nella storia.

Si hanno notizie di barche risalenti a oltre 6.000 anni fa. Gli Egizi, per esempio, usavano il Nilo per trasportare le loro merci (anche pesantissime come obelischi o le pietre per costruire le piramidi) a bordo di barche di papiro. Per loro la barca era il veicolo degli dei.

Nella storia dell’uomo il dominio dei mari divenne anche dominio del mondo. Fu così nel Mediterraneo, prima per i Romani e dopo per i Veneziani; fu così nei secoli scorsi per gli Spagnoli (scoperta dell’America), per gli Inglesi, per gli Americani.

Il dominio del mondo è passato poi attraverso il controllo dei cieli, ma, anche qui, gli aerei sono stati chiamati navi volanti che partono e arrivano negli aereo-porti.

Pensiamo, infine, alle navicelle spaziali che, navigando addirittura nel vuoto, ci hanno portato nello spazio e sulla Luna.

La Terra stessa è stata paragonata a una nave che viaggia a velocità straordinaria (superiore a quella di una pallottola) in un “mare” chiamato Via Lattea.

Una nave, la Terra, che come quelle che navigano nei nostri mari, deve misurarsi con venti e tempeste (solari) e possibili urti con altre “navi” (piccole stelle cadenti o grandi meteoriti, come quello che 40 milioni di anni fa decretò l’estinzione dei dinosauri e lo sviluppo dei mammiferi).

Ma anche una nave che deve fare i conti con il pericolo rappresentato dal fatto che i passeggeri (gli abitanti) la facciano affondare a causa di un dissennato utilizzo delle limitate risorse a bordo (pensiamo all’inquinamento, alla possibilità di una guerra atomica…).

La nave/barca è anche un simbolo importante per tante religioni. Pensiamo alla Divina Commedia, dove Dante, ripescandolo dall’Eneide di Virgilio, ci presenta la figura di Caronte, che con la sua barca traghetta le anime dei dannati all’Inferno. Pensiamo all’Arca di Noè, che permise all’umanità (e a tutte le specie viventi) di sopravvivere al diluvio universale.

Pensiamo alla Chiesa Cattolica, che è paragonata a una barca (di Pietro) che ha Cristo come timoniere e lo Spirito Santo come vento che la spinge.

Infine la vita di ognuno di noi può essere vista come un viaggio a bordo di una barca. La barca della nostra vita è spinta dall’aria (= pensiero, ideali…), ma è anche in balìa delle correnti (= emozioni, desideri, passioni…).

Una barca (= vita) troppo pesante (di ricchezze, impegni…) rischia di affondare. Ricordiamoci della lussuosissima nave da crociera Titanic: celebrava ed esaltava la ricchezza e la potenza dell’uomo moderno, era considerata inaffondabile, eppure colò a picco durante il suo primo viaggio.

Una barca (= vita) troppo leggera (di valori, ideali, progetti…) è ingovernabile e non ci può portare da nessuna parte.

Solo una barca (= vita) dotata di buoni galleggianti (onestà, amore, solidarietà, impegno, gratitudine…) è in grado di affrontare e superare le inevitabili tempeste che si presentano durante la navigazione, per farci approdare infine in un porto sicuro.

 

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