Salviamo il Natale!

Piergiorgio Da Rold

Il propagarsi inarrestabile del coronavirus con il conseguente aumento dei ricoveri in ospedale, ha costretto il Governo a decretare nuovamente la chiusura parziale di ristoranti, bar, pasticcerie… e completa di palestre, piscine… E’ molto probabile, però, che nei prossimi giorni vengano istituite anche delle zone rosse nelle principali città, se non addirittura in tutta Italia. L’obiettivo principale è quello di salvare delle vite umane messe a rischio dall’intasamento dei pronti soccorsi e dei reparti di rianimazione. La cosa un po’ strana è che molti uomini politici hanno giustificato questa nuova chiusura affermando che queste nuove misure hanno l’obiettivo di: “SALVARE IL NATALE!“.

 

Devo dire che ho avuto bisogno di un po’ di tempo per capire il nesso ma poi ci sono arrivato. E’ evidente che se nel mese di novembre, pur a prezzo di notevoli sacrifici, riusciremo a ridurre il numero dei contagi, potremo festeggiare il Natale come gli scorsi anni. Ho capito subito dopo, che quel “salviamo il Natale” in realtà significa “SALVIAMO BABBO NATALE” e tutto ciò che lui rappresenta: le luminarie, i regali, i cenoni, le settimane bianche, i supermercati aperti anche il 25 dicembre (ma solo il mattino però!). Per i panettoni devo dire che quest’anno ci siamo presi avanti, visto che sono in vendita già da un mese. D’altronde come non condividere le preoccupazioni per la salute di Babbo Natale? Lui è ultracentenaio e andando in giro con la sua slitta scoperta, esposto al freddo e al gelo, rischia di prendersi una polmonite e (Dio non voglia!) magari il coronavirus.

 

Dobbiamo quindi sentirci tutti arruolati nella missione altamente umanitaria volta a “salvare Babbo Natale”. Quando avevo già recuperato il mio cappello da alpino ed ero pronto alla battaglia, mi è venuto però un piccolo dubbio perché, anche se qualche volta la mia memoria mi tradisce, mi è sembrato di ricordare che quando ero bambino Babbo Natale non c’era e che il 25 dicembre si festeggiava la nascita di un Bambino che annunciava “la pace in terra a tutti gli uomini amati da Dio”. Ma probabilmente ricordo male. In effetti la pace sulla terra non è mai arrivata, mentre i regali di Babbo Natale sì.

 

Vale la pena allora di fare il tifo per lui in modo che anche quest’anno possa portare ancora tanti regali inutili a bambini viziati che ne hanno a decine e grandi abbuffate ad adulti che sono già sovrappeso. A portare una tazza di latte ai 25.000 bambini che anche il prossimo 25 dicembre moriranno di fame in paesi come il Sud Sudan, la Siria, lo Yemen… ci penserà qualcun altro. In fondo non possiamo mica fare tutto noi. Noi in fondo siamo già impegnati a “salvare il Natale”. Augurandomi che, tutti insieme, riusciremo nell’impresa, vi anticipo i miei più cari auguri di Buon Natale!