La povertà è la peggiore forma di violenza

Il momento della stesura annuale del bilancio economico e sociale rappresenta per “Insieme si può…” anche l’occasione per fare il punto sulla propria azione sia qui che nei Paesi del Sud del mondo. Prima di analizzare quanti fondi sono stati raccolti e come e dove sono stati utilizzati, però, è utile fotografare la situazione attuale del mondo. Anche qui si tratta di cifre e di percentuali con cui è necessario confrontarsi per capire la reale portata di quanto realizzato e per programmare al meglio le attività future.

Oggi nel mondo:

  • l’1% della popolazione più ricca (800 milioni di persone) detiene, usa e spreca il 45,6% della ricchezza mondiale, mentre il 50% di quella più povera (4 miliardi) ne possiede solo lo 0,75%;
  • in Italia il 5% più ricco della popolazione detiene un patrimonio superiore a quello dell’80% più povero, e ci sono oltre 5 milioni di persone che vivono in povertà assoluta;
  • in Ucraina sono attualmente in corso ben 70 conflitti armati e la spesa militare mondiale ha raggiunto la stratosferica cifra di 1,8 milioni di miliardi di euro, pari a quasi 5 miliardi al giorno.

Questo ha come conseguenza che:

  • 880 milioni di persone nel mondo sono sottoalimentati (+ 40 milioni rispetto al 2022), mentre 1,7 miliardi sono sovrappeso e 840 milioni obesi;
  • 30.000 bambini muoiono ogni giorni a causa della malnutrizione, mentre un terzo della produzione mondiale di cibo finisce in discarica;
  • 800 milioni di persone sono prive di acqua potabile e 2 miliardi sono costretti a percorrere chilometri per raggiungere la prima fonte idrica sicura;
  • 750 milioni di persone non sanno né leggere né scrivere – di questi, due terzi sono donne – mentre 620 milioni di adolescenti non frequentano la scuola.

A guardare queste cifre, che purtroppo anno dopo anno si rincorrono sempre uguali, viene da indignarsi, ma anche da scoraggiarsi. Sembra, infatti, che il Male abbia molte più risorse umane ed economiche rispetto a un Bene che fatica ad evitare che il mondo sprofondi sempre più nel precipizio dell’indifferenza e dell’ingiustizia, decretando la vittoria del forte sul debole, del ricco sul povero.

Più volte abbiamo provato disgusto di fronte ai tanti, troppi atti di razzismo compiuti nei confronti di chi – in fuga da miseria e fame, causate spesso dalla nostra società dei consumi – accusiamo di attentare al nostro benessere e alla nostra “millenaria civiltà cristiana”. Più volte ce la siamo presa con chi ritenevamo complice del perdurare di una società sempre più divisa tra pochi privilegiati e tanti, troppi miserabili privi anche del necessario per vivere. Contemporaneamente, però, abbiamo anche ribadito che era inutile imprecare contro il buio e prendersela contro il Male, ma che era molto più produttivo accendere una candela e gettare anche una sola goccia d’acqua sulle fiamme che stavano e stanno bruciando il mondo.

Convinti profondamente che “la povertà è la peggiore forma di violenza” (Gandhi), gli aderenti, i volontari, i sostenitori, i benefattori di “Insieme si può…” continuano a rinnovare, con le parole e con i fatti, il proprio impegno a costruire un mondo migliore, correndo in soccorso alle vittime delle guerre, della fame, della sete, dei cambiamenti climatici, della discriminazione e, allo stesso tempo, seminando oggi progetti di sviluppo per creare domani nuovi raccolti, di giustizia e condivisione.

Piergiorgio Da Rold