Investimenti locali

C’era una volta una professoressa di una scuola superiore, di quelle Professoresse con la P maiuscola, di quelle che sentono che il loro non è solo un lavoro, ma quasi una vocazione. Che bisogna sì insegnare la materia, Dante, Manzoni, le guerre mondiali, ma anche camminare a fianco dei propri studenti, comprenderli, riprenderli quando è necessario, in un periodo particolare come quello dell’adolescenza.

Nella stessa scuola c’era anche un’altra Professoressa con la P maiuscola, di quelle che sentono che non solo il loro lavoro, ma tutta la loro vita è una vocazione. Che vedono il buono ovunque e in chiunque, che sono sempre disponibili quando qualcuno ha bisogno, che hanno sempre una parola e un sorriso di conforto per tutti, alunni, colleghi, genitori, collaboratori, collaboratori dei genitori dei colleghi degli alunni… Beh, insomma, avete capito: per tutti.

E poi, sempre quella volta, c’era una Ragazzina, lei anche con la R maiuscola, veramente minuta, con gli occhi vispi e sempre sorridenti. Una Ragazzina che frequentava la scuola delle due Professoresse, a cui piaceva tantissimo leggere e studiare di tutto, tranne un po’ di tribolazioni con la matematica, ma non a caso aveva scelto quella scuola: dopo la maturità, il suo sogno era quello di studiare Giurisprudenza all’università per diventare un giudice. Una Ragazzina minuta, ma orgogliosa e determinata, che non poteva contare sulla madre perché non c’era, mentre il padre c’era, ma era poco presente come padre, sia dal lato affettivo che dal lato materiale. La Ragazzina aveva imparato presto a contare su se stessa e poco più, ma il suo orgoglio le rendeva difficile ammettere le proprie difficoltà in famiglia e chiedere aiuto. Aveva però una grande dote: sapeva farsi voler bene.

La prima Professoressa, che non a caso aveva la P maiuscola, dopo aver iniziato a conoscere la classe si accorse della Ragazzina minuta, e pian piano notò che c’era qualcosa che non andava, non dal lato didattico, anzi, i bei voti erano quasi la norma, ma da altri dettagli: mancava qualche libro, arrivava a scuola a piedi pur non abitando vicino, alcune volte con lo zaino bagnato perché si era presa la pioggia durante il tragitto. Entrando sempre più in confidenza, la Ragazzina le rivelò la sua situazione familiare e la scarsa attenzione del padre nei confronti di spese fondamentali per lei come i testi scolastici, il materiale di cancelleria, l’abbonamento al trasporto pubblico, e ogni tanto anche di altre necessità come cibo adeguato o la bombola del gas per cucinare a casa.

La Professoressa si prese subito a cuore la situazione e si diede da fare per aiutare la Ragazzina in quello che poteva, ma anche lei aveva una famiglia, delle figlie quasi coetanee della sua alunna, quindi il suo impegno si scontrò presto con i meri conti matematici, che diventavano un ostacolo soprattutto per sostenere le spese più alte (un abbonamento per uno studente costava circa 300 euro per 10 mesi, i libri minimo un paio di centinaia di euro all’anno).

La Professoressa riuscì a provvedere a diverse cose, ma si rese conto di non farcela da sola per pagare l’abbonamento al trasporto, ed essendo senza dubbio molto intraprendente pensò di chiedere aiuto. In particolare segnalò la situazione ad una sua collega, che sapeva bene avere sempre una trovata per queste situazioni, come aveva già potuto vedere spesso nel passato. Questa collega era la seconda Professoressa.

Ella, pur non essendo insegnante diretta della ragazzina ma credendo fermamente che accedere ad un’istruzione equa e dignitosa per tutti fosse un diritto fondamentale per il quale valeva la pena darsi da fare, dopo aver riflettuto pensò di contattare un gruppo di Persone (anche queste con la P maiuscola) che conosceva da anni, a volte un po’ originali, ma che condividevano i suoi stessi ideali. Disse alla collega di scrivere una lettera da consegnare a questo gruppo di Persone, presentando la situazione della Ragazzina e chiedendo se fosse possibile un aiuto per l’abbonamento al trasporto scolastico.

Da questo momento nacque uno dei più interessanti investimenti locali di recente memoria fatti da quel gruppo di Persone: da quelle poche centinaia di euro dell’abbonamento videro fiorire una giovane volontaria, che una volta finita la scuola volle ricambiare il supporto ricevuto donando il suo tempo e dando una mano a quel gruppo di Persone nelle loro iniziative ed esigenze durante l’estate. Una volontaria che si fece ulteriormente ben volere da un sottogruppo di quel grande gruppo, tanto da spingerlo a decidere di contribuire al pagamento dell’abbonamento per l’anno scolastico successivo, mentre la giovane iniziò un piccolo lavoretto come cameriera per compartecipare alla spesa.

Videro fiorire una Ragazzina, che, pur contando ancora in gran parte su se stessa, vide crescere quel “poco più”, riempito di Persone che l’avevano apprezzata, sostenuta e le volevano bene al di là dell’aiuto materiale (che, comunque, quando aveva bisogno ancora si vergognava a chiedere).

Videro fiorire un lavoro di insieme, una condivisione di intenti e di azioni per sostenere il futuro di una Ragazzina minuta, orgogliosa e determinata, che, anche grazie a questo investimento locale, poté, anzi, potrà, continuare a sognare di diventare un giudice.

Francesca Gaio