Il sogno di Opio e Andrea

Come costruire insieme un mondo migliore

di Piergiorgio Da Rold

 

Un bambino ugandese un giorno trovò un libro sul ciglio della strada. La copertina era un po’ rovinata, le pagine erano piene di tante parole scritte in una lingua che lui non conosceva, ma c’erano anche tante bellissime foto di un paese lontano chiamato Italia. C’erano immagini di grandi città, di chiese bellissime piene di dipinti e di statue, di montagne con la cima tutta bianca, di fiumi, laghi, mari pieni di acqua blu.
Pensando alla sua casa di fango, alla scuola sotto un albero, al suo unico giocattolo ricavato da una bottiglia di plastica, quella sera Opio si addormentò con il suo libro tra le braccia pensando: “sono proprio fortunati i bambini italiani” e sognò di vivere in quel mondo così bello.

Quello stesso giorno, a settemila chilometri di distanza, Andrea, un bambino italiano ricevette in regalo un grande libro pieno di fotografie di grandi elefanti, possenti leoni, agili gazzelle, ma anche di grandi fiumi, bambini sorridenti, guerrieri fieri, donne bellissime vestite con strani abiti e adornate di collane dai mille colori e si addormentò pensando: “sono proprio fortunati i bambini africani” e anche lui sognò di vivere in quel mondo così bello che il libro gli aveva mostrato.

Quella notte però successe una cosa straordinaria (e quale sogno non lo è, soprattutto quando si avvera?) perché Opio e Andrea si incontrarono, ognuno nel sogno dell’altro. Dopo un primo momento di diffidenza (il colore della loro pelle era così differente!) incominciarono a parlare (nei sogni la lingua diversa non è un problema!) e a rispondere alle tante domande che ognuno faceva all’altro.

Andrea scoprì così che, per andare a scuola, Opio doveva fare molti chilometri a piedi, anche quando pioveva.

Opio scoprì, invece, che Andrea, pur avendo tanti giocattoli e addirittura un computer tutto suo, giocava spesso da solo, perché aveva pochi amici e questi erano, come lui, sempre occupati in tante attività.
Andrea scoprì che nel paese di Opio c’erano tanti bambini che spesso non hanno neppure da mangiare e che lavorano tutto il giorno in un buco del terreno da cui tirano fuori delle pietre che, secondo il suo maestro, servono per fare i cellulari.

Opio venne a sapere che Andrea viveva con la mamma, mentre il papà abitava altrove con un’altra donna. Loro dicevano che si volevano ancora bene, ma lui era triste lo stesso e gli capitava spesso di piangere da solo nella sua cameretta, ricordando quando andavano tutti insieme in vacanza al mare.
Andrea scoprì che Opio non sapeva cosa fossero le vacanze e che non aveva neppure mai visto il mare. Cercò di spiegarglielo, ma era davvero difficile visto che dove viveva lui pioveva solo per alcuni mesi all’anno e l’acqua bisognava andare a prenderla al pozzo, distante un chilometro da casa.

Opio scoprì che Andrea non aveva mai mangiato le termiti alate, che escono dal terreno dopo la prima pioggia, ma anche che lui non sapeva che gusto avesse una cosa freddissima, ma secondo Andrea buonissima, chiamata gelato.

Il tempo corse via veloce fino a che videro brillare all’orizzonte una stella luminosissima che annunciava il mattino. Il tempo dei sogni, almeno per quella notte, era finito.

Prima di riaprire gli occhi e iniziare un nuovo giorno, Opio e Andrea scoprirono che per tutto il tempo erano rimasti seduti a cavalcioni di un grande arcobaleno che collegava i loro due Paesi.

Mentre ognuno faceva ritorno a casa scendendo lungo quel grande scivolo, si salutarono con un “ciao” e un “ejok” che era anche una promessa. Entrambi avevano capito che era inutile sognare un mondo diverso dal proprio, ma che ognuno doveva impegnarsi per rendere più bello quello in cui vivevano.
Andrea prese l’impegno di non sprecare più cibo e acqua e di offrire un pasto ogni giorno a un bambino povero dell’Africa (in fondo 0,20 euro per un piatto di polenta e fagioli corrispondevano al costo di due caramelle e lui poteva farne certamente a meno!).

Opio si impegnò a studiare di più per diventare domani un insegnante. Quello che era successo quella notte meritava di essere raccontato a tutti i bambini del suo paese.

Dopo quella notte, Opio e Andrea si saranno più incontrati nei loro sogni? Nessuno lo sa, ma è bello pensare che ogni volta che c’è un arcobaleno nel cielo, in cima ci siano proprio loro due che discutono su come cambiare il mondo.

E voi? Non volete salire anche voi su quell’arcobaleno?

È facile. Basta sognare un mondo più bello e impegnarsi per realizzarlo.

Opio e Andrea vi faranno posto volentieri al loro fianco, perché hanno capito che “Insieme si può!”.

Piergiorgio Da Rold