Colibrì o Marabù?

Nella foresta viveva un bellissimo Colibrì, che però non era mai contento. Ogni giorno trovava un nuovo motivo per lamentarsi, per sbuffare e a volte addirittura per imprecare contro tutto e tutti.

“Sono troppo piccolo e non posso volare in alto come fa l’aquila dal collo bianco! il mio becco è così minuscolo che posso nutrirmi solo di nettare dei fiori, ogni giorno sempre e solo nettare, uffa! Che schifo! Tutti gli uccelli sono più grandi di me, più forti di me, più fortunati di me… Come vorrei essere uno di loro!”.

Lo Spirito della foresta, stanco di queste continue lamentele, decise di accontentare il Colibrì, anche se a modo suo: una mattina, quando il Colibrì si svegliò, scoprì di essere diventato un… Marabù.

Ora era grande, forse anche troppo. Aveva due gambe scheletriche e un corpo tozzo, un collo lungo con un grande gozzo, un becco grandissimo, le sue piume coloratissime erano diventate grigie e spelacchiate. Scoprì ben presto a proprie spese che non poteva più volare velocissimo tra i rami degli alberi, ma che per alzarsi in volo aveva bisogno di una lunga pista di decollo. Scoprì anche che il suo enorme becco gli impediva di nutrirsi di dolce nettare e che doveva accontentarsi di verdura e di frutta mezza marcia, raccolta ai bordi di un mercato. Tutti lo deridevano per il suo aspetto, e molte persone lo scacciavano perché avevano paura che facesse del male ai bambini.

Dopo un solo giorno, l’ex Colibrì si ritrovò ad essere un Marabù, disperato al pensiero di quello che aveva perduto. Mortificato, fece ritorno dallo Spirito della Foresta per chiedergli di cancellare l’incantesimo.

L’ex Colibrì disse: “Ho capito che è sbagliato lamentarsi sempre di quello che si è e di ciò che si ha, pensando che gli altri abbiano di più e di meglio. Ho capito che la mia vita era bellissima e che io la stavo rovinando cercando quelle cose che in realtà mi avrebbero fatto solo del male. Prometto che d’ora in poi, invece che desiderare sempre cose nuove, userò meglio quelle che ho, aiutando anche chi, come il Marabù, non ha tutto quello che ho io. Vorrei tanto che tutti fossero felici come lo sono io!”.

Lo Spirito della Foresta accettò il suo pentimento, e prima di farlo ritornare Colibrì gli disse:

“L’esperienza che hai fatto oggi è la stessa che sono tentati di fare tutti gli animali sulla Terra, compresi gli uomini. Anche tra loro ci sono Colibrì e Marabù.

Un Colibrì diventa un Marabù quando dice: questo non mi piace, la minestra non la voglio, e quando butta nel cestino mezzo panino perché non ha più fame!

Un Colibrì diventa Marabù quando, pur avendo tanti giocattoli, ne vuole sempre uno nuovo e per averlo fa i capricci.

Un Colibrì diventa Marabù quando non si impegna a scuola, quando non fa i compiti, quando rimane tutto il pomeriggio davanti a un videogioco.

Un Colibrì diventa Marabù quando è egoista e pensa solo per sé.

Un Colibrì diventa Marabù quando chiude il suo cuore ai bisogni dei suoi fratelli.

Ogni giorno ognuno di voi, piccolo o grande, può scegliere se essere un Colibrì o un Marabù”.

Poi disse all’ex Marabù, ritornato Colibrì: “Ora vola veloce come tu solo sai fare e racconta queste cose ai tuoi amici. Conto su di te per costruire un mondo migliore, dove tutti sono contenti perché si vogliono bene e perché vogliono il bene di tutti”.

Anche voi, piccoli e grandi, dovete scegliere. Volete essere un Colibrì o un Marabù?

 

Piergiorgio Da Rold