Auguri dal nostro nuovo Presidente

Cari amici,

quest’anno tocca a me fare gli auguri. E lo faccio volentieri.

Non posso però fare il teologo, non ne ho le competenze, anche se il Vangelo di Giovanni della notte di Natale mi ha sempre affascinato.

Quell’uomo che viene nel mondo, chiamato Giovanni, chiamato a testimoniare la Luce, è chiaramente riferito a ciascuno di noi (Giovanni, Antonia, Teresa, Maria, Pietro…) e alla nostra chiamata ad essere testimoni della Luce.

Come? Ce lo dice ancora l’evangelista Giovanni: voce di uno che grida nel deserto rendete diritta la via del Signore.  Il deserto è nei cuori aridi di questo mondo, nei nostri cuori pieni di tante ma vuoti dell’essenziale, il deserto che dobbiamo far rifiorire e far diventare un giardino togliendo gli ostacoli (abbassando le colline e riempiendo le valli) perché possa essere un luogo accogliente; il Signore che viene e che dà la vita, è il fiume che attraversa, beneficandolo, il giardino del nostro cuore.

Ma, lasciando stare il campo della teologia, volevo farvi gli auguri, partendo da qualcosa di diverso, un po’ più laico..

In questi giorni, così prossimi al Natale, capita di sentire alla radio, in tv o in altre situazioni, delle canzoni scritte proprio per questo periodo…

Tra le tante, probabilmente spesso, quella scritta da John Lennon, Happy Christmas (war is over) … , anche perché quest’anno, l’8 dicembre, sono giusti quarant’anni dalla morte di John.

La musica è “semplice” e orecchiabile e, probabilmente, anche molti di noi l’avranno canticchiata o fischiata…, è proprio una melodia natalizia..

Ma il testo?

Provate a recuperare la traduzione da Internet. Lennon era un pacifista convinto e, infatti, già dal titolo lo si percepisce. Questo testo va letto completamente, le parentesi non sono un accessorio, anzi è la chiave di lettura.

John si chiede dunque e ci chiede che cosa abbiamo fatto dal Natale dello scorso anno a quello a cui ci prepariamo a festeggiare perché il mondo sia migliore (in questo caso senza guerre).

L’anno è passato per tutti, bianchi, neri e gialli, ricchi e poveri, deboli e forti, ma noi cosa abbiamo fatto?

L’augurio finale della canzone, e che faccio mio a voi, è quello che la guerra può finire se lo vuoi, se lo vogliamo…

Ora, sostituite la parola guerra con povertà, fame, ingiustizia oppressione …, la frase suona sempre bene: se lo vuoi, se lo vogliamo le diseguaglianze possono finire..

Happy Christmas, Buon Natale e Felice Anno nuovo a tutti, e un grazie di cuore a tutti, dipendenti, volontari, espatriati, sostenitori, missionari, colibrì, un grazie perché sono sicuro che alla domanda di Lennon: cosa abbiamo fatto noi perché la sofferenza finisca, possiamo dire che un passo noi l’abbiamo fatto, una mano verso l’altro, noi l’abbiamo tesa, un sorriso l’abbiamo donato…

Un mondo migliore a tutti.

Daniele De Dea