Andiamo a portare la Pace nel mondo

Il tema della pace, al di là di un vago desiderio e di una crescente preoccupazione per le guerre scoppiate vicino a noi e che ci “fanno male”, sia pure solo dal punto di vista economico, non è molto gettonato. L’unica risposta che ho trovato a questo diffuso e crescente disinteresse è che guerra e pace ci interessano solo nella misura in cui non toccano la nostra vita.

Sappiamo bene che ogni guerra è frutto di ingiustizia e che ogni ingiustizia è causa di guerre; tutti (a parte i fabbricanti di armi e forse i militari) siamo per la pace a patto, però, che nessuno metta in discussione il nostro modo di vivere e ci chieda di rinunciare a parte del nostro benessere, anche se noi facciamo parte di quel 20% della popolazione mondiale che usa, consuma e spreca l’80% di tutte le risorse della Terra.

Siamo per la pace, quindi, ma alle nostre condizioni: pronti a fare una guerra, naturalmente “giusta” e “santa”, per difendere la nostra “millenaria civiltà cristiana”.

A conclusione di questo mio “sfogo”, vorrei dire qualcosa anche sul senso cristiano della Pace. Considero infatti sbagliato e fuorviante quel saluto: “la Messa è finita andate in Pace”. Sembra quasi che la cosa importante sia quello che si è celebrato e che ora possiamo sentirci “congedati” e rimanercene tranquilli, “in pace” con noi stessi e con il mondo. Non credo proprio che sia questo il significato di quell’annuncio di “Pace in terra agli uomini amati dal Signore” risuonato più volte in queste feste natalizie. Mi piacerebbe che l’annuncio fosse: “la Messa continua, andate a portare la Pace nel mondo”, sottolineando così che quello che abbiamo celebrato e vissuto in chiesa deve tradursi in un “fare la pace” piuttosto che uno “stare in pace”.

Con questo spirito rinnovo a tutti il mio augurio di un buon anno, convinto che sarà davvero un nuovo anno 2024 se cercheremo di costruire insieme un mondo migliore per tutti.

Piergiorgio Da Rold