40 anni di emergenze

Nei suoi primi 40 anni di vita “Insieme si può…” ha dovuto affrontare numerose emergenze, sia sul territorio nazionale che all’estero. Emergenze causate da guerre, terremoti, siccità o alluvioni, maremoti, che ci hanno visto operare con immediatezza e generosità, in Italia e in decine di Paesi di tutto il mondo.

Per quanto riguarda eventi naturali catastrofici, siamo intervenuti in Uganda, Madagascar, Mozambico, Rwanda, Congo, India, Filippine, Nepal… E il sostegno alle popolazioni vittime della guerra ci ha portato in Bosnia, Kossovo, Siria, Afghanistan, Ucraina, Uganda, Etiopia, Eritrea, Rwanda, Sudan, Sierra Leone, Congo… I nostri interventi hanno spaziato dal semplice invio di fondi a missionari o Associazioni presenti sul posto, all’intervento diretto con il trasporto di materiale e l’impiego di volontari. In molte occasioni questo intervento si è prolungato ben oltre l’emergenza ed è diventato un aiuto permanente. In India, per esempio, lo tsunami che nel 2004 ha causato qualcosa come 80.000 morti e immense distruzioni ci ha visto intervenire subito a supporto dell’attività umanitaria dei missionari di Don Calabria e dell’Associazione locale Assist, ma in seguito l’aiuto è proseguito con il dono di barche ai pescatori che avevano perso tutto e al sostegno scolastico dei loro figli.

L’emergenza più grande: la fame nel mondo

Sin dal mio primo viaggio in Uganda nel 1982, l’emergenza che ci ha accompagnato per 40 anni è stata sicuramente la fame, che da sempre colpisce centinaia di milioni di persone nel mondo. A dire il vero, quando una tragedia si ripete sempre uguale anno dopo anno non è più percepita come un’emergenza, ma diventa molto velocemente un’abitudine e, come tale, altrettanto velocemente viene ignorata.

Pensiamoci un attimo: quale altra emergenza tra guerre, terremoti, epidemie, causa mediamente la morte di 30.000 bambini ogni giorno, 365 giorni l’anno? Questo succede, anno dopo anno, nella quasi totale indifferenza del mondo. Il dramma si colora poi di rosso vergogna perché nel mondo non manca il cibo, ma questo viene sprecato, buttato via, utilizzato per l’alimentazione degli animali e la produzione di biocarburante per le auto. Eppure, basterebbe davvero poco. In molti Paesi il costo per alimentare giornalmente un bambino è inferiore a un euro. Purtroppo, quell’euro al giorno è sovente quanto guadagna suo padre per 12 ore di lavoro in una cava di pietra o in un campo a tagliare canna da zucchero.

Emergenza risolta: è stata salvata la pecora Fiona!

In questi giorni i giornali riportavano, però, una bella notizia. Finalmente è stata risolta positivamente una grave situazione di emergenza che si era venuta a creare in Scozia: grazie a un appello lanciato sul web da un imprenditore italiano amante degli animali, è stata organizzata una spedizione di salvataggio che ha portato in salvo in una fattoria la pecora Fiona, che da tempo non poteva muoversi in quanto rimasta con una zampa intrappolata tra due pietre.

Mentre facciamo un applauso a quest’imprenditore, gli ricordiamo che “Insieme si può…” può segnalargli i nomi e i cognomi di migliaia di bambini intrappolati da fame, sete, malattie, che stanno aspettando qualcuno che corra in loro aiuto.

Piergiorgio Da Rold