L’educazione è potere

Jorge Lezcano è il Project Manager di ISP a Kampala, in Uganda, dopo aver svolto lo stesso incarico per un periodo a Moroto. Dopo gli studi, racconta di come è maturata in lui la decisione di dedicare la propria vita a chi, incolpevolmente, ha meno opportunità, delle soddisfazioni di vedere da vicino le trasformazioni delle vite dei beneficiari dei progetti e della convinzione che l’accesso all’istruzione sia la chiave per la costruzione del futuro delle comunità, ovunque.

Presentati brevemente.
Mi chiamo Jorge, ho 34 anni e sono il Project Manager di ISP in Africa, con sede a Kampala. Ho lavorato con ISP per 18 mesi nell’ufficio di Moroto, da nove mesi continuo il mio incarico a Kampala. Sono sempre stato appassionato di sviluppo internazionale, passione che mi ha portato a conseguire una laurea in Scienze Politiche e Geografia al Trinity College di Dublino, e successivamente un Master in Sviluppo Internazionale alla London School of Economics.

Come ti definiresti in tre parole?
Appassionato, resiliente e impegnato.

Come definiresti ISP in tre parole?
Empatica, orientata alla comunità e trasformativa.

Come hai conosciuto ISP?
Ho scoperto ISP mentre cercavo una nuova posizione dopo la fine del mio incarico precedente. Ho visto un annuncio per il ruolo di Project Manager a Moroto e, dopo aver fatto ricerche online sull’organizzazione, ne sono stato subito attratto. Mi ha colpito la varietà di settori in cui ISP opera: istruzione, salute, agricoltura, empowerment di donne e giovani, tra gli altri.
Ma quello che mi ha colpito maggiormente è stato l’approccio dal basso verso l’alto, che mette al centro di ogni progetto i bisogni dei beneficiari. Questo approccio rispecchia profondamente la mia visione dello sviluppo internazionale, che per essere efficace deve essere olistico e guidato dalla comunità.

Cosa ha fatto scoccare in te la “scintilla” dell’impegno concreto?
Nel 2008, mentre viaggiavo in Perù con la mia famiglia, i miei genitori mi avevano dato dei soldi per comprare dei regalini. In quel periodo, un terremoto aveva colpito la capitale, Lima. Invece di acquistare regali, decisi di donare quei soldi a un’organizzazione che stava raccogliendo fondi per le vittime. Sapere di aver contribuito – anche solo in piccolo – ad aiutare le persone colpite ha lasciato in me un segno profondo. Da quel momento, ho capito che volevo dedicare la mia vita a sostenere le persone che, senza colpa, hanno meno opportunità e affrontano sfide molto più grandi rispetto ad altri.

Qual è la “benzina” che nel tempo ha tenuto vivo e fatto proseguire questo tuo impegno?
Uno degli aspetti più gratificanti di questo lavoro è essere vicino alle persone che cerchiamo di aiutare. Ho sempre trovato grande soddisfazione nel lavorare con le comunità e nel vedere i cambiamenti positivi — anche piccoli — che possiamo contribuire a generare.
È estremamente potente assistere non solo ai miglioramenti nelle condizioni economiche o sociali delle persone, ma anche alla rinnovata speranza e fiducia che acquisiscono nel poter immaginare un futuro migliore.

Questo mese in Italia ricominciano le scuole e quindi parliamo dei progetti legati all’istruzione che ISP realizza nel mondo e qui. Puoi raccontarci meglio di quali azioni stiamo parlando concretamente, tu che ne segui l’attuazione in varie zone dell’Uganda?
L’educazione è una delle aree di intervento principali di ISP in Uganda. Gestiamo diversi progetti, tra cui un programma di sostegno scolastico che supporta oltre 800 bambini in tutto il Paese, permettendo loro di frequentare la scuola. Realizziamo anche un’ampia attività di formazione per insegnanti — oltre 400 insegnanti hanno ricevuto formazione negli ultimi tre anni sia a Kampala che a Moroto. Inoltre, sosteniamo le scuole con attività di formazione e fornitura di materiali in altri settori come l’agricoltura, lo sviluppo delle infrastrutture e il WASH (acqua, servizi igienici e igiene).

Ci racconti qual è l’impatto della scuola sui singoli bambini e sulle loro famiglie?
L’accesso all’istruzione è fondamentale. La scuola offre un ambiente sicuro e strutturato in cui i bambini possono apprendere, crescere, formare il proprio carattere, acquisire competenze di base come leggere, scrivere e pensare in modo critico: tutti strumenti di vita essenziali che aprono le porte a nuove opportunità e a un futuro più promettente.

E come collochi il ruolo dell’istruzione nella costruzione del futuro delle comunità, ovunque esse siano?
Come ha detto Nelson Mandela, “l’educazione è potere”: senza di essa, le comunità – e persino interi Paesi – possono restare indietro, vulnerabili al sottosviluppo, all’emarginazione e alla diffusione dell’ignoranza e della divisione. L’educazione è la pietra angolare di un futuro più equo e promettente. Essa dà potere alle persone, favorisce il pensiero critico e coltiva la comprensione reciproca, creando società più forti e resilienti.

Qual è un tuo sogno legato alla scuola?
Il mio sogno è che ogni bambino, indipendentemente dal proprio contesto, abbia accesso equo a un’istruzione di qualità. Credo che tutti meritino un’opportunità reale per imparare, crescere e inseguire i propri obiettivi e sogni.

Cosa ti auguri per il futuro di Insieme si può?
Spero che ISP continui a diffondere il suo messaggio di solidarietà e compassione sempre più lontano. Che insieme, con cura, empatia e determinazione, possiamo costruire un mondo di cui essere orgogliosi, un mondo in cui nessuno venga lasciato indietro.

Per concludere, cosa significa per te essere ISP?
Sono davvero grato a ISP per avermi dato l’opportunità di contribuire alla sua missione, una missione che rispecchia così profondamente i miei valori e il mio scopo di vita. Sono orgoglioso di far parte di un team che non solo è professionale e dedicato, ma anche sinceramente impegnato a fare la differenza. In un mondo in cui aumentano disuguaglianze, odio e indifferenza, ISP rappresenta un faro di speranza, dimostrando che il cambiamento positivo è possibile e che un futuro più luminoso e giusto può essere raggiunto.