
Unità mobile in Siria
Clinica pediatrica di Bab Al Salam
Devastata da oltre un decennio di guerra civile, la Siria conta oltre 16 milioni di persone in condizioni di bisogno e più di 5,5 milioni di sfollati interni. Il distretto di Azaz è tra quelli più colpiti, con danni estesi alle infrastrutture, comprese le centrali di trattamento dell’acqua e le strutture sanitarie. Le comunità vivono in condizioni di grave insufficienza alimentare, mancanza di mezzi di sussistenza, protezione, salute, acqua e servizi igienico-sanitari, oltre a necessitare di abitazioni dignitose.
In particolare la situazione sanitaria è critica. Ospedali e cliniche sono sovraffollati, mancano attrezzature e medicinali, le malattie infettive e quelle trasmesse dall’acqua sono in aumento, e preoccupa anche la salute mentale, con un’alta incidenza di disturbi post-traumatici da stress, depressione e ansia. Anche la mortalità materna è in forte crescita nei campi profughi siriani: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, prima del conflitto la Siria aveva un tasso di mortalità materna relativamente basso (circa 50 decessi ogni 100mila nati vivi nel 2010), ora invece le donne in gravidanza affrontano una serie di sfide, tra cui la mancanza di assistenza ostetrica qualificata, con un alto rischio di infezioni, emorragie e altre complicanze.
A ciò si aggiungono le grandi distanze dei campi profughi, spesso difficili da raggiungere per la popolazione, il sovraffollamento delle cliniche locali e la mancanza di mezzi di trasporto adeguati. Tutto ciò limita gravemente la mobilità di donne incinte e neomamme, oltre alle difficoltà dovute alle barriere culturali che spingono molte donne a non recarsi nelle cliniche o rinunciare alle cure mediche per evitare di essere assistite da personale maschile.
Per affrontare questa crisi, è fondamentale implementare servizi sanitari che superino le barriere logistiche e culturali, ad esempio attraverso l’assistenza sanitaria a domicilio. Da 2 anni Support and Sustain Children (SSCh) sostiene una clinica a servizio delle comunità sfollate della provincia di Azaz, fornendo servizi medici essenziali, migliorando l’accesso alle cure pediatriche e offrendo supporto alle donne vulnerabili.
Tuttavia, la domanda di servizi medici supera le attuali capacità della clinica. Pertanto, è fondamentale implementare il servizio di assistenza a domicilio, assumere personale femminile, aumentare le risorse disponibili e migliorare le attrezzature. Le azioni chiave prevedono dunque il reclutamento di staff locale (un’infermiera, un’ostetrica, una autista e una coordinatrice del servizio), l’acquisto di strumentazione medica, la fornitura mensile di medicinali e materiale di consumo sanitario, nonché azioni di monitoraggio e follow-up costanti.
Il progetto prevede inoltre un workshop intensivo di tre giorni per un gruppo di circa 30 donne siriane cui fornire competenze su temi come la maternità, l’igiene e la nutrizione. Le donne formate saranno poi in grado di trasmettere queste conoscenze alle altre presenti nei campi. L’empowerment delle donne come agenti di prevenzione e attori chiave del sistema di salute è cruciale perché diventano promotrici di pratiche igieniche, nutrizionali e sanitarie all’interno delle loro comunità, contribuendo a ridurre il rischio di malattie e migliorare la qualità della vita.
Il nostro impegno
Lo scorso anno il sostegno di “Insieme Si Può…” ha coperto le attività della clinica e permesso l’introduzione di un’auto medica per estendere l’assistenza a chi non poteva raggiungere la clinica.
Ora si impegna ad assumere il personale necessario (un’ostetrica, un’infermiera e una autista), coprire le spese di rifornimento dell’auto medica, fornire mensilmente il materiale sanitario necessario (ambu bag, siringhe e aghi sterili, coperta termica, clamp ombelicale, kit di rianimazione di base, prodotti per l’igiene personale) e le medicine e coprire le spese generali di gestione (tra cui l’interprete siriana).
SOSTIENI IL PROGETTO
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