Gattini battono rifugiati 40 a 1

di Peirgiorgio Da Rold

La guerra civile in Siria porta come effetto secondario – certamente non meno grave – il dramma che colpisce centinaia di migliaia di profughi in fuga dal paese. Dramma che interessa attualmente anche l’Egitto, per rimanere nel Mediterraneo.

Dramma che coinvolge da anni, o da decenni, i paesi africani (Uganda, Rwanda, Congo, Sudan, Somalia, Niger, Centro Africa…) e l’Asia (Afghanistan, Pakistan, Iran…) causando milioni e milioni di profughi.

Chi ha avuto modo di visitare un campo profughi (Davide Franzi, responsabile della nostra sede in Uganda si è recato recentemente in Somalia) oppure ha sentito i drammatici racconti di coloro che sono sbarcati sulle nostre coste dopo un viaggio allucinante in mare (e ancor prima attraverso il deserto), non ha dubbi nel dire che quella dell’indifferenza nei confronti dei profughi è certamente uno dei comportamenti più scandalosi della comunità internazionale.

La conferma che la sorte di milioni di persone interessa poco o nulla ai più è contenuta anche nella pubblicazione di una ricerca sulle cause sociali che vengono maggiormente seguite su Facebook e gli altri network. La classifica dei temi sociali più seguiti pone infatti al primo posto gli animali. Gatti, cani, canarini ma anche orsi, balene, panda, rinoceronti ecc. battono tutti.

Al secondo posto ci sono i bambini e poi via via a scendere nell’interesse, l’ambiente, la povertà/fame, l’istruzione, i disabili, i senza tetto, le donne, l’acqua. All’ultimo posto ci sono proprio loro: i profughi.

Eppure per alcuni aspetti sovente loro sono gli ultimi degli ultimi. Hanno perso tutto: patria, casa, averi e si ritrovano a vivere in abitazioni di fortuna. Dipendono totalmente da qualcun altro e spesso sono alla mercé di banditi che speculano sulla loro situazione e li riducono in schiavitù. Terribile è la situazione delle donne che subiscono violenze di ogni tipo e sono spesso costrette a prostituirsi per sopravvivere.

Ma forse lo scarso o nullo interesse verso i profughi deriva dalla paura che questi possano mettere in pericolo il nostro benessere. Come non ricordare la legge dei respingimenti che nel 2009 ha riportato in Libia migliaia di disperati in fuga, condannandoli spesso a morte certa?

Meglio dedicarsi al gattino o al cane abbandonati dal loro padrone criminale. Meglio fare una donazione a una associazione che si occupa della difesa dell’orso o delle balene minacciate di estinzione. Le statistiche ci dicono che, almeno on line, l’interesse verso i gattini batte quella verso i rifugiati 40 a 1.

E non va certo meglio se prendiamo in esame l’economia che gira attorno al mondo degli animali domestici. Secondo recenti stime la spesa che gli italiani affrontano ogni anno per garantire cibo e cure mediche ecc, ai nostri cani e gatti si aggira intorno ai 4 miliardi di euro.

Enormemente di più di quanto donato per combattere la fame, la sete, la povertà che interessa 1 miliardo di persone che vive con meno di 1 euro al giorno.